La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 23 - 18 giugno 1908

12 11 presidente di Corte d'assise che da solo può spaziare nel- l'applicazione della pena fra dieci e venti anni, che ha in pu- gno la vita di un uomo, mi spaventa. Preferisco rendere arbitri i giurati non solo del fatto, ma anche dell'applicazione della pena, Cosi non mi piace il presidente che interroga il testimonio. preferisco che l'interrogatorio sia fatte direttamente Ulle parti. lo sono per il sistema inglese e per l'esame incrociato. Ecco perché la riforma dell'on. Orlando rappresenta un periccilo per la giustizia se non viene integrata con la riforma dell'esame dei testimoni e dell'applicazione della pena. 'Ultimamente si è svolto alla Corte d'assise il processo a carico dell'operaio mon- zese Montrasio, accusato di avere esploso due colpi di rivoltella contro il suo capofabbrica, che egli riteneva causa determinante del proprio licenziamento. Il delitto era grave indubbiamente, ma la gravità del delitto non doveva essere di ostacolo a un esame sereno dell'accusato nè impedire che a suo favore si tenesse calcolo delle attenuanti e dello stato anormale in cui commise il reato. Era tanto più doveroso per il presidente il riserbo e I' obbiettività in una causa in cui i giurati erano borghesi ed il giudicabile un operaio tanto più che il delitto rivestiva per il giuri 11 carattere di un atto sovversivo. Il presidente Rahnondi, invece, coi suoi com- menti e la sua requisitoria in forma di riassunto, non ha certo Contribuito alla serenità del giudizio. Il verdetto fu implacabile, e sta bene. — Ciò che non am- metto sono le congratulazioni del presidente al giuri. s** A me non piace il presidente che vuol fare l'oratore, il glos- satore delle deposizioni, il presidente 'celia in cose cosi. gravi, che ride o piange, perché sono cose pericolose per m giusti- zia! Così io non ho mai compreso il presidente Raimondi che scoppia in lagrime come un bambino dopo il verdetto che ha condannato il De Medici ! Un presidente che piange sul ver- detto!. Così mi ha rivoltato il presidente Rairnondi quando l'ho sen- tito congratulare il giuri di essere stato inesorabile coll'operaio revolveratore! Un presidente che si congratula! Il presidente non deve avere nè opinioni, nè rancori, nè sim- patie, nè pianto, nè riso,.nò rimproveri, nè congratulazioni: deve restare impassibile e obbiettivo: una sfinge. E a questo propo- sito lasciate che mi congratuli con l'on. Orlando per le istru- zioni che ha diramato ai presidenti. Vorrei, scrive il ministro, che sparisse quella figura di presidente che, immemore che l'imputato è ancora un cittadino il quale ha non solo diritto a tutto il rispetto come tale, ma ad un rispetto ancora maggiore

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