La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 20 - 28 maggio 1908

LtA VITA TURI3OLENTA RpuivioNno 1-1ENbErzsop1 La ricomparsa di Rosa si fece sentire da tutti con un impeto di tosse. — Si muore asfissiati! diss'ella, suonando perché una delle domestiche aprisse qualche finestra. - — Ti ringrazio di avermi presentato tuo nipote. 'Ma perché non me l' hai detto prima? — Perché credevo fosse morto. L' h trovato per caso. Poi lo prese sottobraccio, e parlando con lui sottovoce lo faceva passare in mezzo ai commilitoni senza curarsi delle occhiatacce e delle punte. che avrebbero voluto pun- gere il suo orgoglio. Nella loro fantasia ella era rimasta la persona di servizio, e come tale la trattavano nei loro sottovoce. Ma il cuore dell'uomo era nelle di lei mani e non c'era dubbio sull'esito finale. La loro sconfitta s'av- vicinava tutti i giorni. Finito il colloquio intimo ella venuta a riprendermi e a dirmi che tutto era accomodato. Ercolani mi aveva scelto !per segretario privato, per cata- loghista, per ordinatore dei suoi libri, per tutto. Rosa non ha voluto che io l'amareggiassi neppure con una reticenza. Mi ha messo la mano sulla bocca e mi ha ingiunto di tacere e di ubbidire alla zia. Mi sono arrischiato a citare Torriani e a dirle che non era possibile che io lo la- sciassi sui due piedi. — Che t'importa di quell'animalacclo di usuraio! E poi ci penso io, ci penso. Non hai finito di pagare gli a- biti? Gli restituiremo il denaro. Il denaro, con quell'uomo, regola tutto. Suonate le undici alla grande pendola mi sono se

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