La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 15 - 23 aprile 1908

- APPRNDICk VITA TUR130bENTA DI RATIONDO , tiElklbERSON La Pina usciva, svoltava nel portone, ricompariva col caffè e latte sul vassoio d'ottone, allargava il tova- gliolo sullo scrittoio e ritornava al lavorò. Alle cinque precise le diceva, guardando il suo enorme orologio da tasca. — Pina, sono le cinque e tu sai che alle sei voglio andare a tavola. La Pina era il suo fattorino. Durante la giornata la mandava a portare i libri a domicilio, a comperare i libri che gli erano stati commissionati dalla clientela, a cercare certi volumi usati nelle botteghe degli altri librivendoli, raccomandandole sempre di spendere poco, di tirare sui prezzi, di non passare una certa cifra e di prendere con sè e carta e •spago » per ravvolgerli, perchè dicendo al venditore che non aveva bisogno che sciupasse carta e spago . avrebbe potuto ridurre il totale di cinque o di dieci centesimi. Tutte le operazioni li- brarie della povera Pina finivano sempre con rabbuffi o ramanzine o scatti di collera o uragani che parevano il finimondo. Se rientrava senza le compere per paura di spender troppo le dava della stupida o della senza testa, perchè per pochi centesimi non valeva la pena che si rifacesse la strada. Se aveva comperato al prezio autorizzato le diceva che era una buona a nulla, che non sapeva fare gli interessi della casa, che buttava via i denari come una scioccona qualunque. Non aveva che rimbrotti per lei. La sorella era il materasso della sua furia verbale. Se rincasava dicendo che aveva pagato meno di quello che le aveva detto era una ragione per rimproverarla di non aver saputo far meglio. Se poi non

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