La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 15 - 23 aprile 1908

24 cazione. Tu citi, per esempio, il • 98. So che in quei giorni eri pea le vie di Milano. Ma sai perché tutta via Torino e rutto il corso di Porta Ticinese erano seminati di materiale scaricato dai tetti o strappato su dalle strade? Parche c'è in tutti lo spirito di con- servazione. I soldati tiravano alla cieca a chi passava, a ahi at- traversava, a chi cercava un rifugio, fossero uomini o donne, ra- gazzi o fanciulli. I fuggenti si salvavano inalando i portoni aperti. E i fuggenti erano irritati, imbestialiti, spaventati dai colpi di 'balistite che tuin perdonavano. lo che ha vissuto di quelle quattro giornate Osso dire di aver capito i sassi, le tegole e i mattoni. Lotta da nani coi giganti; una lotta, per modo di dire, provocata. Tanto è vero che l'esercito non ha avuto nè morti ne feriti. Gli scioperi in Italia sono ammessi e riconosciuti, ma vice- versa le autorità di polizia considerano gli assembramenti degli scioperanti, assemblee di rivoltosi. Non ne lasciano uno tranquillo. Vi mandano soldati, questurini, carabinieri, delegati e magari mettono in moto anche i cannoni, qualche volta. Perché? Nessuno dice niente ai membri delle altre classi, lavorino o stiano a casa o vadano a divertirsi, o chiudano per una serrata. Perché io, mol- titudine, devo esser sorvegliato tutte le volte che mi agito per un mio diritto o per ún miglioramento di mestiere? Perché io, mol- titudine, non posso incrociare' le braccia come possono incrociarle tutti ì (Molati d'Italia, senza diventare una perturbazione politica o sociale? Perché da noi impera la violenza. Tu, Morgari, dicendo: Se non volete, lavoratori, piombo nel petto, siate ubbidienti, in- segni la sommissione. lo invece dico: mutate l'anima governativa e muterete l'anima degli agenti e l'anima dei magistrati abituati a assolvere i monturati che uccidono col solito enfemismo della •difesa personale. Luca. ne LA 'NUOVA GOMMEDiA UMANA,, A TEATRO La plebe della Scala Il pubblico dei teatri popolari elio pute, strepita e sputa, mi offende e riai• ripugna; la sua rozza festosità mi infastidisce, le sue grossolane espansioni m'irritano, ma niente nausea più della volgarità in narsina, e ,nulla è pia mortificante del canagliume in poltrone da trenta lire per sera. Non c'è che dire: de vi viene il capriccio di perdere il vostro tempo al politeama Verdi, sapete

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