La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 4 - 6 febbraio 1908

32 me rapita dalla dolcezza, lasciandomi tutto caldo del suo tepore e del suo alito ardente per la faccia. C'è voluto uno scotimento per sottrarmi alla morbida sensazione che mi era andata dappertutto. Alzai le braccia con un supremo sforzo per uscire dalla confu- sione in cui mi aveva gettato l'abbraccio che mi rive- lava tutta la passione incandescente della vergine. Nella stretta pareva ch'ella avesse voluto dirmi sei mio, vo- glio che tu sia mio, sarai mio. Con Emma piegata sugli intingoli che stava preparando quasi per farmi vedere la pienezza dei suoi fianchi e la flessuosità delle sue linee, io ricuperai il pensiero e mi sentii vergo- gnoso del suggimento rimasto nella mia vita indi- menticabile. Più facevo per liberarmi dal ricordo e ri- promettermi un completo oblio 'e più capivo che le no- stre anime si cercavano per fondersi e diventare una sola. I passi pesanti di Paolo e le tre battute di mano che ci avvertivano ch'egli aveva abbandonato il forno furono il mio sollievo. Battemmo anche noi le mani come per affrettarci e metterci a tavola. Incominciam- mo col vino bianco secco, passammo attraverso bra- ciuole gustosissime e un'insalata con acciughe e uova a sei minuti da farmi viire la voglia di mangiarne un'altra adesso che ne scrivo. Le attenzioni dei miei compagni di tavola non mi lasciavano il tempo di di- ventare pensieroso. Mi incitavano a ogni piatto. As- saggia, pilucca, prova, circondando gli incoraggiamenti ora con la parola che prega e ora con l'imperativo che esige ubbidienza. Eravamo nell'82 e la, conversa- zione era incominciata sul perchè il giornale disteso sulla madia aveva la prima pagina listata di rigoni neri con le parole in mezzo grosse e alte da poterle leggere alla distanza di sei metri. Mi feci serio e mi riaccesi della indignazione che mi aveva data la lettura. Il protagonista della tragedia divenuta una specie di sciagura nazionale era chiamato l'eroe dei due mondi. Io sapevo poco di lui. Se ne parlava in tutti i gior- nali, lo si presentava come un donatore di regni, si metteva il suo nome a fianco di quello di Washingtem, lo si diceva invincibile e si aggiungeva che finita la guerra ritornava a Caprera, un'isoletta desolata vi- cino alla Maddalena, in Sardegna, più povero di quan- do partiva, (Continua).

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