La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 2 - 23 gennaio 1908

14 via. Sui tappeti e eran buste sventrate, lettere stracciate, con- tratti bruciati. Pareva che Il vento della perversione fosse pas- sato dagli appartamenti della mondana. C'era stato Pietri col Griscelli — i due corsi che compivano tutte le infamie che ordinava loro Napoleone. In un momento di dolore supremo miss Howard si abbandonò alla disperazione dicendo che Napoleone era un assassino, mit scroccone e un ladro! In quel momento entrarono Fould e Fleury che le portavano in suo nome il titolo di contessa di Beauregard i , con titoli di una vasta proprietà battezzata con quel nome sulla strada di Versailles. Non le rimanevano alternative: o accettare o prepararsi alla persecuzione. Ha preferito la pace. Miss Howard è poi venuta in Italia. Ha comperato un ma- gnifico palazzo sui margini dell'Amo e usciva in uno splendido equipaggio a due cavalli, vestita di un'eleganza che faceva par- lare la gente. E' stata trovata in letto soffocata. E si suppone che il delitto sia stato compinto da un sicario di Napoleone. FINOT. Gl3CCE D'INCHIOSTRO m , -t I INTotteirrilbtili. Dunque: gli abissini hanno compiuto una razzia ai confini della cosidetta Somalia italiana, presso a poco intorno a Lugh. Il presso a poco non è scritto a caso. Anche vi sono stati dei morti. Siamo abituati a questi dispiaceri. Ma quanti i morti? Abbiate pazienza. Neanche Tittoni lo sa ancora. Un giornalista da capitale — Giovanni .Bistolfi — ma che scrive in provincia, ha notato due cose. La prima: che la comunicazione del ministero sul- l'episodio di sangue si riferiva aì un fatto avvenuto « verso il 19 dicembre ». La secor che, nel dispaccio, si nominavano le tribù, ma non ridicava neppure un nome italiano, non quello deì nciali che erano o che dovevano essere a Lugl- ameno quello dell'individuo che aveva portato <liscio l' an- nunzio --- ci siamo ! -- della pe

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