Compagni! - anno II - n. 10 - 16 maggio 1920

10 f'!(J'MPiGNII E 1 inte:ressamte (,scr-irvecon ama1·0, contenuto sar– casmo Max· Nettleu nel L·if.Jerta.ire) per i med:id di tutti i. paesi -lo studiare a qual gi·a,do una oolliettività può ,sussistere con un miu1imum di nutrimento a base <li. {)avoli e di r,ape. Ed è inte:ressante e a111che pro– fittevole pe'r i finanziÈn-i, spec ulato,i-i, accapairratori ,cli.e a,ocorrono dapp,ertutto qui, stuo.lq, di corvi su dei oonda,ninati' a morte, di vedere (e di pra,ti'care,) •oiò che si può ancora. estmrre mate:riabnente da un tal popolo, speK):wlando, st1,ozzi:nando sulla, sua mie,eri~ ,si,,'b a pred!a,1:lo d'ogni cosa n. Noi sappi.amo come fra i ccèo,rvi » bollati dal Nett,Iau figur,ino- in p.tiID"J.. linea quegli ufficia.li italiani che ·gira.vano 1o etradc di Vienna c o n le ceste deUa ro,b:a, ·prèdata sotto ·bm.ccia ... E i•ntanto i bambin,i dei bar'bar.i, amlll10Ji~ tic-chiati i,n ,sei in qu.a1'che fe-tido lettuooilo. • morivano di-vorati dai vermi; daUe fehb.r,i e dai digiuni! ,· , Due sonetti del mostro Bruno Tosi!, in ·Pl'Qpooito, \Ul6l'Ì tano d'essere rifori t~: La mama de Vlena Caro f[oleto .. r/ò le tete sute ... • Xo g'ò gne11te dci ·d,cirte ·dci cinciare ..,. An~111a-! ... Coine l'è che se pol fare ..• Dimelo ti-?... che no g'ò viù sa.lutei ..• Son quei... ohe mi no so, pf.ù d-01;e sta,e .., Ohe l,e ve11,so ... che le stròlico tu,te... JJla, gnente ... ·oaro! ... .Jè ore massa br-ute..• Anima! ... te via llsi ... te fo lamì!nti ..'. te .gh'è fa'III c... Pien de frodo ... de bU4.,, La, frcve ohe te worla... te te senti!?.,. Amore! ... strènsete da tò •11w.1i1'ina.J ... Qu,a... che te sca-l<la ... Mi so·n roba t·ua .... • tò .... cimici ... f:itrùchenie .... eo sta 1nani1ta!._ .• . l...amorte del putln da .la fame Anwrc! ... aÌiima m"ia... benedeta ... nnvete u.n fià! ... vòsete sul me'· seni ... 1-'6.'. CMO. Olri;ncici... oo lei tò bochetta!.,, • A:ncora,... ancora ... belo ... e strnoa b-en!..., Oossei credito ... la me' passcireta'! ... Ghe n'ò del late ... sèto... e ghe ne vien. Andeino! .... su! ... to' mnma la te s.peta... • l'è qua ... oarò ... che Viti, no la se. tien .•. So {e te ·mo-i;i?... No te disi gncnte? .., Te te lamenti!? ... 'l.'e saspi . oussì!?... No te me vedi ... ohe te son '.q:ua... a,rente!1..,, Amore! ... nnùna! ... m-a t6 vien àfa1w!T ... No te respiri!? ... '.1.'e rne 1'6Sti ii!? ... Oh! ... Dio! ... te mori!'! ... Ma no! ... Tano! ... Tano! ... ·vede beinte B,ernard Shaw che qu81lcrunò.c'è, di [.i, 0 nte a tanta m~seria e e a tanta inf.rumìa, che si ,degma e si a,ddo,lora. M,a 1a borg:hesi:a,ddl'Intesa noi1 ha sm'upoli. Che i bimbi tedeischi crepino, n,on jm– pott.a. Ghe i bimbi austriaci, -che i bimbi U111igherei;;i mordano le ooLtri negli spwsimi del freddo e de,l[a fame, non import.a. Là ,borghesia deili'Intesa non ha sc.rupoli nè r.imcmsi; .. ox. 1.Ja, ,,nalatita deUo svwuo wnano è la vista caria. .'/1'-;f, i sapienti SPfljliO non sono clte • 1ma specie di ig1w– ►'(/,nti ohe veràono di vista la ·semvCioita delle cose, e la osoura'no oon mille forniule e mille dettagli. • iVei l'ibri si avvrenclono le oose p·i-Ocole, ma, no,~ le [lranài. •' l;l BARBJ:!5SE. bibl iotecag i nob ianeo I , 5TORI; ~l'ILl.5Tf'I 1 ---,'J Il il llll e Tradue (o tre) fuoc~i A dir il vero, sebbene nella lettera che Gnoc-. chi_Viani dirige a Ca.sali.- e che qui si rife– risce -:- si parli di dtLe fuochi, e quantunque il Casati avesse intitolalo il proprio arlicol-o: -Tra due fuochi, i fuochi eràno tre. · · • I moderali che gioivano, ingrandivano, .cer– cavano alimentare i dissensi tra il proletariato organizzato in partito di classe e le frazioni della borg·hesia erano inlese a disorienla,re dalla pro- cessi e maneUe. 1 • • La .borghbia democratica, che Qlfre i tradì~ zionalismi, i sacrifici reali fatti per dare un'unità politjca ed economica a1r1talia, avea la pretesa che l'a,zione della classe Jàv•oratrice cah'Ì.miirns– se sulla falsar:iga delle tradizioni \11 accordo coi .fratelli del1è altre classi. • • In fiqc gli ananchic.i. Essi ritenevano che se le persecuzioni governative davan,o, chiaramente a divedere la· specifica nalflra dei gòverni di classe, le blandizie delle diverse frazioni della borghesi erano intese a. dis.orienlare· dalla p-ro– pria via rivoluzionaria la classe lavoratrice. fo certo qual senso_ essi avevano r:ag:ione. _Non. erano; ancora scompairsi i segni delle botte date e ricevute al salone dei giardini pub- . blici, - l'eco ripeteva apcora: democrazia vile; spie del partito operaio - eppure, di sotL'occhi, si cercava; da parte di alcuni uomini della .de– mqcrazia di amicare il movimento indipeniden- .dente della classe lav,oralrice al fine di acco– darlo all'azione del partito democratico borghese. Non eravi: malizia; anzi. La democrazia borghese avea a'ssoJuta·mente bisogno del movin\.ento, -operaio per battere in breccia la casta militar~ che:, coll'impresa d'Afrj_ ca, la manifesta oslilità-vèrsò il g,overno di Fran– cia, e, per essere più. esatti, contro la penclra– zione commeÌ'ciale ,ed industriale francese, ten– deva non solo a consolidarsi, ma era <1.ncora un ver"opericolo cliguerra, una minaccia al con_ solidarsi delle nascenti industrie e dell'agricol- tura. • • Il dominio, pressochè incontrastato delle fra– zi•oni borghesi conservatri·ci nei Comuni, ed il fatto che una nuo,,a legge elettorale avrebbe dato modo ai lavoratori di influire sulla vita comunale italiana, façea sì che la democrazia che ricordava le antiche glorie c,omunali . 1~ splend~ore che"'i Comuni stes::;iebbero allrav'erso le aulo1wmie loro,· vedesse nelle masse urna fovza sicura per snidare( 'dai Con:iuni, clericali e conservatori. Anche- quesla rag10ne influiva a vedere, se non con aperta simpatia, certo con trep_idante simpatia, l'azione della classe lavo- ratrice. ' •Il Consolalo Operaio, che ~n ullima analisi

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