Compagni! - anno II - n. 1 - 1 gennaio 1920

11 COMPdGN'I! ai perderla. Scrive un giornale _,di 'l'òkio: • « Già ancor -durante la gue-I'ra, l'lnghilfofra. ·aveva fer• mameilte deciso •di realiwa1ro il suò· sògnçi, da. tanto tempo accarezzato, di _c$pansione. economica .nell' E· stremo Oriente, ooF rìrisa1da't'é'Ja;', sic1.a, sfera d'mfiuen– za if la sua posizion-e privilègiata_nena vallata ilello Yangts2:e. Codesto si.w sogno dov.eva e dov:rebbe na· turalmente avverarsi a s'pe,s.edel commercio del Giap– pone -0011 la Cina, commercio che l'Jnghilte11ra oon• ,fida di pòter distruggere d'a1fo 'l'adièi. • · « Non appena, quindi, 'le ostilità fu,rono'sospese gli inglesi- resid.ènti a Schanghai preser0: gli oppor· ttn1i accordi pe-r crea-re mia .p,0tente organizza,,iione commerciale· che permetta loro .di ,gettaer sui m-erca ~i della, Cina, a ,buon prezzo; gli ,lir_tìcoli i più utì.li" 'e i -niì1 va,ri: dalle macchine .-ài tessuti, .-dai càrbon i ai -mct'aih; articoli eh.? proyèngàn:O però dall'lngliil– terra o 'dalle &né colonic> Ohi''è 'fùò-r di duphio che un .simik · progetato, s~; 1rcali,z_2::J,:to, ,,dannegg;el'à -en9-r· meme'ntc il nostro comme,r,cio con la Cina. Se ·n oi ,giapponesi hon còrriam,o immediatamente ai rip.ai' i, creando da parte nostra un 1'iosscnte organis mo cb :e cont:rohilanci l'atfrvità inglese nell'Estremo Oriente,– è assaai probabile, per -non dir certo, che il nostro comm-0rci.:i con la Ci11à. sarà pi·esto sorpass,ato da quello degli inglesi n. ' , Ecco, di nuòvo, la cors1J,,forEennata alla con,cor– re1fra," l'et-erno çasus belli di tutte le gu,e,rre. - Dopo la lunga e cruenta, ,pa•rentesi 1914·1 919, in cui le olassi dirigenti delle Potenzè si era.no strett;;i. in legP. P,èr abbattere altl"è; classi' dirig énti c he. tur– bavanq i loro sonni. ecoo, che ègni .Stàto rip1'èn,1e ~a propria via, che è poi la via vecchi.a,. La gtfetrra ha -insegnai:o una jota àUe borghesie! 'Esse han ilo· vinto con la. coop-erazione, ma in fondo in fondo, il pj~ vero vi1;icitore_è .se~·pre findividualis\llo .._ . -, Le bo,rghesrn, avide dr· guatla,g1no, ,reclamano ·Ja;. libertà di comp1ercio, noh_ toH_e,rano freni di sorta. Ma la concorrenza, se è I' anìina del commercio, _è anche i'animaccia delle· g'ltei'i"c. Nella rivalità ang1o– nipponi,ca per i11predominiò eéonòmico dell'E.strem0 Oriente,. IV noi interessa· rnedi.ocrem,ente se 11,rriverà, alìa meta prima l'uno 'che l'-àltro 'conc-01Tente (;;enza • dire, , poi, che ai1che gli ·alJle-ricani sono degli altri comp,~titori as.fai •kmibi!i pe,r le 01:mai. spiantate bo1'g,hesie europee; e a1iche per. _.que.l!a g:i,appone.;:e, a.neo,;: troppo giòvine); tutt'al più possiamo consta– tare chB se gli ingksi hanno· ~ malgrado I.a gue,r,ra - ie garr,be discrctamcn~.e lmighc, i piccoìi gi,appo· nesi, abitando -di casa vicino -ai ;cinesi_ (e questi 16 sanno bene i). hanno dei vantaggi ..non indifferenti su– gli altri cònconrenti. Quello pe-rò èhc n_on può tìòn • preoccuparci, è il fatto ~he codeste ri,:aJità comrner· ci.ali sbocche,ranno, quasi ,certarn-ente, _m qua.lche al– tro conflitto armato, e .coloro ché faranno, ancol'a e s empnr,- le spese delLe gv.erre, saranno i proletari, a me.no .che ,questi non impa:rino; ;ma buona ,,olta, a diriger si da .sè. l~v-oratori in Cina siano tuttora assolutamente im– maturi per qualE,ivoglia riforma po;J,itica, pér' quanu, modest!cl< essa sia. ' •• •. -I lavoratori cinesi emigi·ati, sono indubbi:amente un poço pitt 'evoluti dei loro compatrioti c;hc:' mai -non- abbandonai:ono Ja Cina; ma afi,c.hequesti hanno il grav~toyto di:vi ve1:'.), co mpleta11:,~n~e ~s~lati dall~ pop 0Laz101 11che h ospita.no . Sono 1 g10vm1. horghes1 i'nte !lettua.li quelli -che costi tuiscono il mpvim,énto di ava'l llgu,a;rd i_a,; .i giiovani, cioè, ,cihe<lo,poaver GtuJiato all'e.sforo e aBSimilàta pàrte. della riostta éòltnr1t, ritornati in p,a,ttià, vi si trovano a disagio. _Ma cotesti giovini · bòi:ghe si, pér qùanto mci"de-rni .e. pro- ,.gredjti, ·.sono 001np.re ' h9r~·hesr; •e quind_i ~oste~'litori a-cc~niti .del sacro prn c1p1-0 della p:ropneta p,nvata, della libertà <li commercio, ·de-Ifa concorrenza; ecc., pr.ccisamcnte _-comei loro papà negozia.11ti <li ,seta o venditci-ri -d'oppio, arricchitisi col lavoro di ccnti_nai.1 di cool-ies. Gli operai, gia,ppones1 1,ncominciano invece;. qua e là,·_ a m_ostran;i ,agita,ti da uno spirito· novello. •E ciò risponde al fatto ch:e le condizioni .economiche 'e socialh rnno, nel Giappone, più sviluppate di ..q.uclle cin-esi., Ma anche nel paes€ del· Mikado i pr<>ktarì •incçnnincia,n·o appena adesso a fa,rsi vivi .. Soµo agli inizi del loro rnov.imento e hanil-o un inunem,o.. cam- 1nino da percorrere. Ma- .la bol'ghesia giapponese è. previdente, e temendo che il ptol,etariato: faccia pre· sto a d apri,re. gli oc.chi, ha', pensato' di ria,d-dòrmen– ta.do c1illandolo con deitle riformo aW:àcgua di ·rose; e d'o ve· questo non bastano a te1ie,rlo. tranquillo, al• lunga irnman:tinente gli artigli <li sotto i gitanti di vellu,to, p0r, strozzare in sul nascere qua'liSiasi voce lib era e -.coragg:i-osa. . . - .', , . . . N.on .-vi è .forse· nessun :P·àese, nel mondo, òvo la, cl; asse d irig,ente ,;i mostri piii· cod_iha, prepo.tente. e tirannà . di quella del Giappone .. Qu•ivi esì,ste m1a Un-ione Oz;eraia, nm basti il dirvi che essa trovasi sotto _il patronato della " Società operaia imp.erirule >) (già, proprio così!: la « lmpe-rial Labor Society n, o come é'hiamasi ,ìn-gia.ppo.nese: Teikok1i Rodo l{ yo- 7.:'cti) ·.per, comprendere che g.enàe di unione operaia. posai ~ai esser-e! . . . : _. . . . . -:D 1 ±atto, . dopo 1., nNti d ell'anno s cotso causati .dpJl'::dto cost9, della vita, la borghe.si :a _giapponese. iiicominçiò, per la prima vol ta·, a sen tirsi turbata. Aggi ung.asi che anche nel Gia.ppone, sia per l'insi– pienza della da·sse dirigente ohe ·per altre cause ine· reù:ti al sfot.éma borghese;. l'avvento dellà pace - chiamiamola 'pu_r così -- hfl portato s,eco lo spettro del' .La dìsòccupazione, peggiorando qù.indi ancor di p.ii: i il disagio eèonomì,co di molti opeia-i. La guerra avev ,a richiàmato nello principali 'città, giapponesi ·un gi•an nuniero d c·ontadirìi, attrattivi dai sala,ri relativa, mente al~i .che ~li industriali, bisoghosi di mano d 'ope.ra , offnvan loro. Mr. Yota-, add,etto_ a.Ha Camera di Co rhmercio di Tokio,. caiLcola.che durante il -1917 oltre dtleoentomihI persone affhtirono ,nella sola capita)e. Dòpo l'armistizio,. molte ~ndustrie che I salariati giapponesi, e Ja « lmperial La:borSocièty » avevan •trovato nella guerrP. un terreno :mara, 1 igl.io - . Cosa, questa, che 1ielFEst1:emo Oriente, è 'molto samente propizio al •lofo sv~htppo, o liquida :ròno ma. 'molto lontana dalle probabil-ità le più arri· 'i loro affari, _o se li continuarono abbassarono i;chìate. Pe-rchè &e lo organizzazioni ope 1 '.aic, in Eu- • come è{uclle, per èsempio, dell'industria· d1imica •- 1·opa e in America, hanno_. fat~o- in que'sti ùltimi i eaìa,ri. dal. tre.nta al_,quara_nta per cento. I p,ro· tcin,pi dei :progressi notevolissimi, altrett.anto non prietari degli stabifirnenti av,endo a ~e fare, nel .si può di r,e di qnellc. cinesi e giapponesi. Chè ,anzi, Gia.ppone, ,con _una m;assa 1~011 ,orgamzz~ta, haJ?-nC: • in Cina e nel 'Gi,apponc, non cs_istono vere organiz- ~1 coltello p.~r 1! :D?-ae~coe 1 _mpongo110 a1 salanat1 ·zazion.i operaie: . • • tutfo, quelle cohd1z1onr che essi vo.gllono, I,a,, pace I ciuèsi possiedono, è vero,, una. tendenza Mce·· ha pr-odotlo, q_uin.d'i,,neW~mri:ero del_ Mika~ò qu-esto l:ionaìe ad associarsi; nrn, pDr ,:ssere cjuesta tendenza hel risultato: 1 sa-!an d1mmuu:ono d1 quasi la metà puramente istintiva, non intelligente, l'asso-cia 7 ,i orù,· e il costo della vita non solo. 11011 d.iminuì di all,t-ret~ che ne riwlta nùn offre ai suoi merilh'ri utiliti1, a.le tanto, i11a ò è sta,-z:ionario o tende a,d aumentare an– cuna. Di fatto, le associazioni cine,si sono ·un s em'.- cora ! l- padroni_, €ono sempre padroni, - e agiscono -plice ugglome.ra.to di ìndivid,ii: disorgaiùzzati, che come tali dovunque: si trovino in Europa, -in Amc– :·icon oscono uno ,d ei loro· ccmc c,rpo , unica mente per" rica, o in Asia. chè p:Ìù intelligente (che: in questo ca.so è si nonimo Pcn,;ate forse voi che l'anto1·ità, iiY1pr.essio'iiata. di fudJO) e piìi abile di- l_o 1 ·o. Co testo c a.po è Fin· da un simile stato di -cose, abbia. oor.c1;1,to di indurre· t ni•medinrio tra il IJnc_h-oneed i Jav orat•òri e non i signori· propTictari a fare ,ci 1 elle concessioni a~li ~ • • 1 J ' •· • t' • ' t t l ] ] • "' lui di mirn •::hei•!proprio int-e:l'essèpersona-le. Qnandù operai, ,_a~h-o_n_a s1. prcocettpo -,~n ò ~-e· e rn1;;;.cr~ poi, si pensi che _lo cond_izic~1idell_;i,plebe_c}ne~e sqno rime cond1z10111rn Clll son co,:fretti a v1vern i pro– cosi ,1mscrc che ,1 sa1al'1o g 10 rnahero osciJ 1 a mtoi'no Ìetari nel Giai~ponc, che anzichè cercai' di miglic. ai venti c 6 nt~imi, si com1Jrenderà far.ilmentc come j • rarlc, provvide. _a rcndcrie stabiii ! Sicure, pcrchè ,oibliotecaginobianco

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