Compagni! - anno I - n. 14 - 16 agosto 1919

COMPAGNI! LET1 ERt AMtRICANE ! te belle eredità della guerra • In quanti modi si può'cuci– nare un ,linciaggio - Dopo le battaglie per la civiltà... Il prode Baker e le· sue ••tanks ,,, - L'abissinoedifi– cato! • Due fanciulli in una cuna. ' ~ . NEW YORK, luglio. - I sanguinosi tumulti veri– I fìcatisi in questi giorni fra bianchi e neri, vi avranno )sorpreso non poco, non solamente per .la ferocia' èon \:ui si sono svolti, ma perchè .la città che ne è stata te– I stimane è la capitale degli Stati Uniti, ove maggior- i mente pulsa il cuore del popolo americano, e ove ha'. /eterna sede la « Casa Bianca », officina di quel mister 1 .Wilson di cui s'è detto tanto bene e tanto male .... I E' s5:mplicem_ente obbriobrioso, pensando _che la \ razza odiata, ossia la nera (che non a -torto chiamano ./la << razza _forte » e_che i_nquesta parte di mondo conta rla _non d1sp~eizab1le,. cifra di I~.000.000. d'anime, ·ossia un dec•1rqodell mtera. popolai10ne americana),. la / quale,' colla forza delle braccia ha arricchito innùmere– 'voli ,, farmers », previo sfruttamento inqua.lificabile, sia c<?ntinuamt;nte presa di mira da quella parte di popolo i bianco, che, nellé .ore dedicate al riposo, divora interi capitoli della· BibbÌa, centellinando l'ormai proibitò, .ma pur sempre referibile e: wisky ». In certo modo, :esistonò anch"e delle razze proletarie; e i neri, 1n Ame- • rioa, lò dìinostrano. . 1 . O1_-a_ noi assistiamo, non dico settimanalmente, ma l qmnd1c111almente, ad un linciaggio in piena reo-ola 'operato dai bianchi. La .pena del linciaggio 'è delle 0 più \ ,tremen.de .. Nemmepo ·ai lacrimevoli .tempi della Santa tin_quis-izione, erano più raffinati, "!o credo, nel creare 1 pene di tortma. Fi,guratevi: un uomo (negro, s'inte_n- l ?e. !) che viene tolto a viva forza dal.la_prigione dove e m ;;tttesa della legge che lo, deve esammare e condan– j=:_iare,trascinato per le strade da una folla assetata di. pangue e ~i vendetta, condotto 111piena campagna, ivi ridenudato, incatramato e ricoperto di penne· di ,gallina, l:è, secondo la 11atura del delìtfo commesso, arso vivo. ,.:E questa, il civilissimo popolo americano, la chiama p::J:a pena del « tarand. f eat!lcr coat ». , [ Ci pensate? Questo stesso popolo ha dichiarato :guerra alla ,_Germania, ... in. nome della' civiltà! \ .,.:,Vi sono poi aìtre pene minori, consisterìtj nell'im– ,p.iccare il reo, nello schernirlo coi la~zi più lugubri :rrirna di fucilarlo, o di dargli una spinta nel fiume... / ' Questa volta, come innanzi ho accennato, l'onore f'td'e1linciaggio (,in parte mancato per la completa ri– 'E';\Volta, di tutto il quà.rtiere negro)', è tocèato alla città ,tCne porta il nome di Washington; ossia la- capitale · lla repubblica dei Fockefeller e dei :Morgan. Il mo– /tivo vero non lo sappiamo·: lo si attrib:1isce all'of- 1 fesa di un oscuro Otello verso una delicata Desde– ,:mona; •&.ll'effusìone amorosa di un moro· verso la ·,.'.bianca moglie di un •sold~to. Appena spaÌ-sasi la no– ì tizia nella città, fu orgamzzato un vero recl,utamento di tutti gli avanzi della « famosa » guerra europea: \.marinai, soldati, marines, poliziotti, ecc., armati chi •di fucile, chi di revolver e chi di randelli invasero il ,quaùiere. odiato per la ,ricerca del colpevole; m_aper fortuna trovarono ·dura l'accoglienza. La gente armata cbe invadeY:l si trovò di fronte ad altra gente armata che la aspettava. E morti vi furono da ambo le parti, come numerosissimi furono i feriti: e però il linciaggio fu risparmiato. On:nai anche i negri, in questi tempi, f mlìotecagìnobianco hanno imparato come .si sostengano le battaglie. Che sia un'altra, insospettata morale della guerra?. Il ,commissario degli armamenti, Baker, visto nei fatti occorsi una vera minaccia di lotta civile, or.dinò' allora,. se,ri.z'esitare, che fossero avventate nei quàr) tier·i dei ..riottosi, nientemeno, che quattro « tanks ». Quando, vi dico, che la guerra ha i sùoi buoni inse– ~namenti ! Molti critici militai·i americani dovevano ceùamente pensare che i tedeschi, nel prendere 10 « Chemin des J?ames », abbiano ingaggiato assai meno materiale bel– lico: essi, che erano i <( militaristi » e ì cc barbari » ! , •,Finalmente ·il subbuglio finiva, ma, guardate· èoin– c1denza, mentre Pfèr le strade del quartiere negro la. gente si azzuffava senza misericordia, i portoni della ·<:;asa Bianca si aprivanp per lasciare passare il prin– cipe abissino Didjar Mp.tch Nadoo, ospite del presi– dente Wilson. Ve lo immaginate, un principe che sì parte dalla sua terra ìn compagnia di altri suoi com, • pagni, p'er venire a stùdiare la civiltà e la libertà ame- • rièane, e che dopo aver dichiarato l'America un « Pa– •radise », e inviato un commosso saluto a Lincoln, come colui che ·primo pensò s.pezz<1,re le catene degli scl,1iavi, si trova dinanzi a questo , po'' po' di civiltà • caina e criminale? , In verità, l'affaristica stampa· americana, invece di gridare il « Dàlli' ai negro ! », come scondamente usa, dovrebbe preo'ccuparsi un poco della rilassata educa– zione di quèsto popolo, ed in ispecial modo Gei so-i– da_ti, recentemente, tornati cla queila famosa guerra in cm, come sapete, la libertà,e la civiltà dovevano essere s;;tlv,ate ad ogni costo... Ho fatto domenica, a New York, un giro pel rione dei negri . • A qualche finestra apparivano delle facce ove fa– cil~~nte si ~corgev~no visibili _i segni di una, inestin– : guib1le passione, di una sicura vendetta del domani'. Visi di giovani donne esterefatti dalla paura di unà ripercu.ssiorie dell'odio bianco, figure di uomini vecchi vacillanti, non sotto il peso degli anni, ma del timore cl:e il « dàlli al negro » si ripeta anche nell'Empire City. Perfino i bambini hanno ìl viso contratto dallo spasimo del terrore; forse la madTe o la sorellina, in– genuamente, avrà loro confessato il rincrudimento del– l'odio della razza " superiore », e 11 bambino trema ... ,Allo svolfo •di un « corner » mi sono imbattuto in un negro dell'età appareI)te cli 40 anni, che trascinava una « baby can'iage » ove d(}rmivano il loro sonno in– nocente due bellissimi bambin1, negri anch'essi. Istin– tivamente il mio uomo si è fermato per lasciarmi il passo, non senza prima av·ermi gettato uno sguardo sospettoso: Però, avendo io urtato un p0co senza. vo-.– lere, timidamente egli mi ~a borbottato. un (< pardon me », con uno sguardo, in c'ui era tutto un infinito di bontà; e fu allora, guardandolo, che mi diede nell'oc– chio_ certa fas~ia di lÙtto che ~li cipgeva il braccio; fascia carattenzzata da uno .strano cuore ricamato in bianco. Glie ne chiesi conto, ed egli aliòra, rifacen– .domi melanconicamente un poco della sua storia, mi disse: . « Sono nato ad Addis Abeba, in Abissinia. Con– dotto· qui all'età di dodici anni, ne ho vissuti ventotto faticando la vita nelle coltivazioni d1 '•èotone. Lavoro faticos? e mal 1:etribuito. E' \'et? che gii sfruttàtori .., sono ~1 razza bianca_! A venti anni presi moglie, e da quel g10rno la mia vita inaugurò una serie di malanni e di guai. Fummo obbligati a scioperare causa l'alto costo di ogni genere; e fu appunto in questo sciopero., durante um1 din:;ostrazione pacifica, rhe fummo assaliti dalla poliziottagiia e dai soldati federali. Alcuni di noi, per naturale istinto, reagirono al sopruso per- I

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