Compagni! - anno I - n. 2 - 1 febbraio 1919

UUJJP .AG1.V li •• ,:.. ' t.ellati nella mede.sima lotta, associati nel. medesimo sforzo da compiere, nel medesimo 1.copo ,da, rag- giungere. • • E il primo maggio del 1890 ...-ide in tutti j paesi della tcn-a sospeso il palpito a;ffannoso delle mac· chine e fermato il ritmo turbinoso delle officino, e i campi deserti e silenziosi, e cessata qualsiasi fonna. di attività, mentre gli operai, i contadini, i larn– ratori tutti, vestiti a fc·ta, si radunavano in ,gruppi numerosi sparsi per le città, per i villaggi, pct· le campagne a, festeggiare la prima a-ffcrmazioue della– loro redenzione. Gli operai -di tutti i paesi rispondevano all'a:p– pèllo lanciato da Marx od Engels nel Manifeste, déi Comunisti. Gli operai .di tutto il mondo si erano affratellati, avevauoì oi:mai la coscienza dei loro diritti e <lella loro for1..a. Essi annunziavano a-Ila cla-sso borghese che erano pronti. Ma, dtu1que, ,si chiederanno i comJ)agn i, è sollllnlo dal 18- 18éhe vivo il Pa-rtito Socialista 1 Ma non esi– steva.no anche da,· prima, da molto tem:po 'prima sfrutta.ti e sfruttatori, ricchi o· poveri~ E costoro no.n han no mai, nella loro esistenza .di miseria, d'i persecuzioni e di sacrifiiii non hanno mai scn ito l'impeto ,della. ribellione? Spinti d'alla loro miseria stessa resi furenti dalle loro sofferenze, non hanno mai ~reato <li reagire di infrangere lo loro éatene, di elevarsi liberi, forti• del loro numero contro i pa1'.lroni 1 Anche 11egli antichissimi tempi .della Sto– ria Romana non .a,:ccaddeche !a 1plebo si ritirò sul Monto Aventino, senza· volerne pi11 sa,perc dei signori, '°' non accadde che S.pal'!aco, raccols e a.Jt-ri d ieci– mila schiavi insofferenti corno lui di porta.re , più oltre le cateno ,d·eua servitù e li cond usse a i mpu– gnare le .armi contro gli op;pressori 4Jer·riconquist.aro la libutà, per salire dal lirnllo ·di bestie in cui erano tenuti, a. quello di tutti quanti gli altri uomini 1 E' vero che la Storia ci dice .anche elio lai plebe roma-na fu persuasa <lll.l!'a.polog.odi M-cncnio Agrì,p– pa e che Spart.a-co fu .d'ornato con la fol'za o che gli ,schiavi che· combattorono con lui' furono ad.dotti <li nuovo in scrvitìi; ma so esistevano dei mi'.=lcricho si 1·endevano conto della loro miseria., per chè dunque non si costitu\ lll1 partito, che magari chiamando.si con altro .nome, aYcssc 'le, mede ·ime finalitìL del Partito Socialista? E dopo a\'Cl" pen a.to un p0-co sopra quéstc .clo– mande, molti nostri com pa.gni cr:ed'cranno :di aver trova.La la 1<oluzione della questiono o .risponderanno trionfa.lmen~t,; Ma, dunqu{' ! Se Carlo Ma1·x non è nato che .ne.I 1818, come si nwlo che e~istc.sse :il Partito Socialista prima che esistesse Lui che lo ha ideato e lo ha costituito? Ebbene lo cose 110n st.anno precisamente cosL Carlo Marx ha un ml'rilo ben di,·crso e non men,) grande di quello ,di avere immaginato e costituito il Partito Socialista. In ogni t,poca della Sioria, gli .sfruttati, i dei-e· li(ti, gli opprc~si ham10 sl'n'tito tutto il peso della loro misci-ia cd ò pul' Ycro {'hc qu;1lcho Yolta il fre– mito della. rivolta li ha re.<;iaurlac!'mcnlc minacçiosi vci-so gli sfruttafori, gli op-pressori, i privilegiaii; ma è a.nche Y ro che 1utti questi ribelli &pini.i ti reagi1·c dalla, di$pcrazione, ·non vdevano affatto il modo ,di ioigliurar le loro ;;odi in manici-a, .dum– tura, non n.dHano affatto il n~odo di camhi,u·P, cli lntsformare la·sori;;tà in rnani,•r:1 l'hc nun è~i::.te~:sero più oppres;,ori e sfruttatori e pri,·ìh,giati, non n'Llc– vano affatto il modo rli istir uire un regime di ugua– glianza, ·per tutti. E co1ì l'umanità pa:;sò dalla ~chia- bi:. liotecagin· · bia o vitì1 al s~rvo .d-0lla,gleba, dal servo della, ,gl eba; a.I-, l'artigianato; tutto forme di sfruttamento e.ha se si differenrliavano per il nomo e per a.Icune s pecia J~ ,mo:dalità, non pel'oi& ,diffeTivano molto per la. mi~ seria e le sofferenze che trascinavano seco, l'!e lU'.B I che &fi--arrivasso mai ~ soflevare definitivamente 1.li sorti dei lavor~ttori, Gi arrÌvasse .ad abolire lo sfru t'i tamento. Più tardi, 'molto piit tar<li vennero uomini' ehe pel' la prima volta pa,rl.i.,t·o119di Socialismo. Saint-Simon, Fou,rie"r 1 Owen ,éerearono con tutt.e le -loro forze di sollevare le classi lavoratrici, di apportare ad esso il più completo bc:nessere. Ma, quantunque nnimati dll,!le migliori intenzioni, quantunque pieni <li fede ar dente, si ncera) c:ercaissero ,di raggiungere lo scopo pi· -oposto.si anche a costo d:i qualsiasi sacl'ifièio; noit 'Pò' terono a ttnaro i loro so– gni. Essi rima~ero -degli illusi, degli utopisti. E ciò pcrehò commisero il -gra.vi~ simo orr-or~ ?i credere che -le··loJ.".O. i;-peranzc J Jotesse ro tradursi m fatto, prescin.dendo. dalll' condfzioni g~erali ·idell~ cose. Essi cre(dettero c he i migh oramenh -de lle classi lavoratrici potessero ottener.si ,senza, una radica.le trasfotruaziono ,del regi me socia le: essi credet tero che bastasso crcllrn l'esempio pe1· dimostrare cho si po-– tovano tratta-re benò' i- lavoratori, pcrchè questo esem.• pio fosse da tutti i111itato, Così Carlo Fouricr notò che nella Società, attua.le_ accanto alla sovra.bbondanza -dei prodotti esisteva a si prQpagava la. piit sparnntosa miseria e no .cledussa cbo la voverlà 1ia.sce dalla ste sa so·urabbon:danm;, perciò propose {li regolare la, produz.ione socon<l<;> i bisogni o per far ciò egli -cred'ova che bastasse un piccolo gruppo di operai che· si mette.sse all'opera. e prod ucesS-Oin coruune; -sa-rcbbc staio una fal.a.i.if.l'e; gli altri lo a.'-Tebber-0 imitato. Così. nasceva il fal,an,– stcrio, o C.-0muno modello, a cui tutti gli altri Co– muni si sitrebbero uniformati e la pm·el'tà sa-rebha s:pn.rita, pc1·chil la sovrabbondanza, che no era lai ca-usa, non isa robbc esistita pii1. Il' malo ò e.ho · per ottènorc quc1.to rnulamel\ttt completo .dell a Soc ietà, Fourier sognò c he qua,lcha milionario ca.ritatevole poten-1, aiutarlo nella impresa, che egli aH)Ya illustrato· 1H)lle stto opere, di oui si· parJarn in tutt.a E"uroJfa e n,sta\·a in cas;t dalle oro dodici alle tredici· a'.d aspettarlo. Mn, ebbe un,, bcll'aspcttarc. . . Owen, cho · cl'a. dÌl'!)Llom •çli fabbrica, aveva; con·– statato che n.i suoi tempi, un piccolo g1·uippo .di 2500 uomini, date lo macchine adol)crnte nella pròduiione e i perfezionamenti intròdott i noi metodi, produeeva, più ricchctlz:1 ,rra,l,) alla Rocietìi-, cli quanto nolll avrebbe potuto produrne uno <li 600.000 uomini m~z– zo secolo prima. E 1 d egli· si chic'>c che fosse .dfrcnuit1 della -differenz:t fra fa rfrchezza. consumata, da questi 2500 uomini e quella che ancbbrro consumata 600.000', poichè ncs:;11n m'i~liora111ento era 8opraT\'Cllltto nelle loro condizioni. E troYò che iale d ifferenza era &tata consacrala a pa,garc i prnpriPl,\rii .clello.st~ 'lbilimento; il 5 per C'cnlo pe r il capitale impi egaio o ltl'c ad 1m prnfi1.to rralizza.to di ctlt, mi~oni e mezzo (:100.000 liro stcd inc). E. 1 rnh1ralmcn1.c, ciò che si deduccYa' per quanto rigua.1·daYi1 lii fablniea- -dil'ctla. da Owcn, doveYa multiplie.arsi JH!L' tutte le fabbrichn esistcuti in Inghilterra. Quindi ·una, ('llOr·m<'produzione di ricchezza, la c 1 t1alP a11-chwa. nel tu-ri<--chire la mino– ranza. padron;1 ddJ,, o_fficin,'e· dcilP inrlu~trir, senza che ù i tnttn. qu<'sta riethczz,1 risent isscl'O alcun yan– taggio g-li operai che, darnno .il loro Ja-ro1·0 a pi-o– durla. E N>,Ì e.gli pensi:,· che luite qt1rsk 1·ic-chc,z7.<3 doYe-sl'rv nppartt'ncrc- ·alta cumunità, e don.-ssero es 7 ,crC' impiegat-c pi;-r il bene· sere comun,'. Nacq ic cosÌ. il. comunisnio_ di Owl'l1, che come si I

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