Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 2 - aprile 1975

stino dell'uomo, cioè l'antropologia nel senso più radicale, come ulteriore e diversa per rispetto alla cosmologia, e cioè dunque pone l'uomo come proble– ma escatologico, come parola conclusiva sulla natura e sulla storia. Per un verso la storia umana esce fuori dall'ordine naturale e sembra dominata da un mero ordine di potenza, l'ordine del caos, un ordine in cui non c'è spirito, o virtù o ragione ma solo forza: d'altro lato, proprio in quest'ordine matura il tempo ultimo della Chiesa, il tempo in cui essa sopporta tutto l'urto della po– tenza anticristica e diviene, libera da questa, la perfetta sposa, senza macchia né ruga, del Verbo Incarnato. Il fine della Chiesa è la salvezza delle anime, cioè la santità delle persone. Tale processo è, nella sua ultima conclusione, la divinizzazione della persona, l'opus proprium Spiritus Sancti, ciò in cui compare la dimensione mariana, il frutto della Redenzione. Nel nuovo tempo il problema della santità della persona si manifesta radi– calmente come il problema fondamentale del pensiero cristiano. La difesa della oggettività della Rivelazione e della Redenzione anche sullo stesso piano teo– logico, è possibile a partire dai problemi della prassi santificata, cioè della san– tificazione del mondo. La secolarità stessa non può essere più oggetto di una determinazione stru– mentale e subordinata alla gerarchia della Chiesa, quale mezzo di riferimento cristiano. La Cristianità è un momento superato. È la stessa dimensione seco– lare e profana che, per vie non predeterminabili, tende a ricevere la potenza della santità, e quindi a consumarsi come ordine oggettivo. Il problema che si pone è quello di una prassi storica, in cui la Teandria si manifesti nello stesso spazio proprio riservato alla secolarità. La santificazione della prassi storica è un problema antico, ma assume ora forma nuova, perché essa è la risposta del Cristianesimo al problema postmoderno della prassi salvifica e alla crisi di tutte le risposte e di tutte le negazioni che sono state offerte su questo piano. Ma il problema della prassi santificata è anche l'ultimo problema dello svolgimento interiore della Teandria. È infatti solo quando la totalità delle dimensioni del– l'uomo, di quelle stesse di possesso del mondo e di struttura delle relazioni in– terumane che costituiscono la secolarità, saranno entrate nell'orizzonte della Teandria che la redenzione compiuta da Cristo sarà realizzata nell'uomo. La santificazione della prassi storica e dunque della secolarità, è oggettivamente, l'ultimo tern1ine dello svolgimento interiore del Mistero Teandrico nella storia. L'atto mariano, che accoglie il Cristo con la totalità del proprio essere, spi– rituale e corporeo, per tutta l'umanità, viene fatto proprio dall'umanità cre– dente, piena realizzazione della Chiesa Cattolica, quando essa esprime nella secolarità della storia la vita divina. Ciò rende possibile il grande trapasso e cioè che l'umanità dica assieme allo Spirito Santo il « Vieni » al Cristo della Parusia. L'umanità tutta, in ogni sua dimensione, assume il ruolo della Ver– gine Madre per trasfigurarsi in quello della Vergine Sposa. GIANNI BAGET-BOZZO bibliotecaginobianco 13

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