Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1917

- 21 - invece che dall'epatta 20: allora si trovano due noviluni in dicembre. l'uno al giorno 2 ( epatta regolare 19) e ·1,altro al 31 del n1ese (epatta eccezionale 1 !)). Senza questa precauzione, in un anno avenle il nu1nero d'oro 19 e l'opntta 19, il calendario perpetuo non avrebbe dato nessun novilunio dal 2 diceinb. di quell'anno al 30 gennaio dell'anno seguente, .che ha 1 per numero cl' oro ed 1 per epatta. Questo caso non si presenterà più fino all'anno gregoriano 8511, del quale il numero d'oro è H) e l'epatta H). Riguardo alla lette1·ct domenicale e alla sua funzione nel calendario perpetuo,, non occorrono altre spiegazioni, dopo quelle già date nella introduzione cronologica. J.\,lediante il calendario perpetuo diventa cosa facilissima il cletormi,rn re la data della Pasqua per un anno qualunque, del quale si conosca l' epa.tt.a e la lettera domenicale. A partire dal giorno 8 di nrnrzo si cerca nel calendario il giorno segnato con l'epatta dell'anno proposto: questo è il giorno del novilunio ecclesiastico, e quindi :1ggiungcndo 13 unità alla sua data, si ottiene il giorno del plenilunio pasquale; allora poi, rnecliante la lettera don1e11icale, si trova subito la data della do1nenica susseguente, cioè della Pasqna. ~Hsempio per l'anno 1917. - L'epatta è 6, la lettera domenicale è G e il nun1ero d'oro è 18. Nel calondario perpetuo, a partirE\ dal giorno 8 m:-irzo, s' j ncou tra l'epatta 6 di fianco alla <lata del 25 marzo: dunque il plcnilu·nio ecclesiastico avviene il 7 aprilo. Questo giorno è segnato con F 1'1e1lacolonna delle lettere don1enieali, e a q uesla lettera segue immediatamente ]a G, corrispondente al dì 8 aprile. Dunque è questo il giorno in cui cade la don1e- .uica susseguente al pleni] nnio pasq ualc, ossia è il giorno di Pasqua. Aggiungo qui poche parole intorno all'uso antieo, anzi antiquato, di dare alle lunazioni i nomi dei n1esi solari comuni. -Quest'uso non ha probabil1nente altro fondamento all'infuori delle credenze popolari, tuttora vive, intorno alle supposte influenze della Luna su1le vicende rneteorologiche e sulla vita dogli esseri tPrrestri. Già pii1 d'un secolo fa ·,T. J. LA LANDI:; si pronunziava contro una sin1ile usanza. (l) Tuttavia anche oggidì molti continuano a dare alla lunazione il nome del 1nese in cLi (Il Co11n. rlc8 Te11171s. 1773 e 1:74; Jounwlcle:s Savallls, dicernl.Jre liil. l:s101iotecGaino Bianco essa ha cominciato. I computisti·hanno, quasi concordemente, seguito sempre la regola opposta,. secondo· l'antico precetto: in quo completu1· 1·J1em:;linnatio lletwr. Sia. nell'una che nell'altra n1anient, questa usanza è puranwnte convenzionnl~, e l'Astronomia non ci ha assolutnrnonte-~ nulla a che vedere. La regola dei c01nputisti è sosecnula dal CLAVIO (lfovi CalendariiRomahi.Apolo.r;ia, Roma, 1588; lib. II, cap. V), il quale 1nostra che essa ha il sno fondamento nella distribuzione "delle lunazioni nei 19 anni del ciclo rnèt.onico. Nel 1900, per ese1npio, cl'ie fu il primo anno del ciclo corrente, F epatta era 2~, e quindi la pri1na lunazione dell'anno incon1inciava col 2 gennaio e finivtt il 30, ·con1e si vede nel calendnrio perpetuo. Questo era incontestabilmente e per tutti la Lu11a· di gennaio. La lun:lzione seguente, dal 31 gennaio al 28 febbraio, doveva quindi essere attribuita al fob braio, e così di seguito: cias~una ltinaziono prende il1101ne del mese in cui ter·mina, finchò si arriva al mese di settei11bre del 111° anno <lel ciclo (anno embo1is1nico o di 13 lùnazio1ii). A q nesto mese sono da attribuirsi 2 lunazioni, la r,~ che· va dal 4 agosto· al 2 · :-;etten1bre, .e 1a IP dal 3 settemb!.·e al l O ottobre: ciò si desu1ne dal calendario perpetuo osservando che l'epatta di quell'anno è 21. La lunazione ~egnente è qJrnl la d'ottobre, e va dal 2 al 31 ottobro; così per effetto dell' e111boli::;mo la Luna è rimessa d'accordo col mese solare. Au<..bu1doavanti, essa ripiglia ad anticipare continuamente, finchè si accunn1Jano tanti giorni quanti bastnno ad una nnova intercahtzione, e così si prosegue fino al tei·n1ine del ciclo 111etonico. Bisogna rico}'dare, a tal proposito, che una lunazione (intervallo periodico delle successivo congiunzioni della Luna col Sole o rivoluzfon:e :5inodica) vale in media 2U<l12h 411u 2s,8 = 29<1,5306, ' e che il ciclo n1etonico è fondato su Ua equivalenza approssirnativa tra.la durata di 235 1 un azioni (29,5300 X 235 :.= 6!)3:)d,G9) e la durata <.li l ~ anni giuliani di 3G5 giorni e un quarto ciaset1no (065c1,23 x rn == tHl39·1,7;'i). Poichò una lnnazioue <.1ura eirca ::~) giorui e mezzo, i com pnti::;ti sì antichi che lHOderni fon.nano i mesi lunari ,1!- ternatiYarne11lu di :2'J o di 30 giorni, di-

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