Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1917

48 pio di gennaio e_q~e~la ~el p~ssnggio all'afelio è al princ1p1O d1 lu~llo. ~uèste sono le epoehe nelle qua,11 rec!procamente il Sole passa al perigeo e a.Il' a pO,(JfO. . • . • Essendo ineo-ua1i le durato cle1g1orn1 solari veri, nnique la necessità di abbandonare il tempo solare ver?, de.tor: rninnto dalle successivo cul.tn1naz1on1 del Sole vero a un dato rnoridiano, per sostituirvi il tempo solnre medio, ·determinato dnlle successi ve ·culminazioni di un Sole fittizio, le quali si succedono a intervalli di ten1po rigo1'osa1nente costanti (J). Così in ogni dato luoo-o il mezzodì medio locale è detern1i1~ato dal passaggio di quel S~l~ fittizio (detto Sole meclfo) al n1enchano locale e il 1noto dinrno apparente del Sole ;nedio detennina in ogni luogo il tempo medio local~. . . Ciò premesso, risultano ov1denti queste tre proposizioni: . I. - Tutti i luoghi terrestri che sono situati sotto un 1nedesirno meridiano contano nello stesso istante fisico lo stesso tempo locale, vero o medio che sia. (2 ) II. - In uno stesso istante fisico il tempo locale è differente da lnogo a luoo-o quando si tratti di lnoghi apparte~enti a 1neridiani diversi. . III. - Se di tali luoghi ne consideriamo due, i loro rispettivi tempi locali nello stesso istante fisico differiscono tra loro cl i una q nantità co~t.1nte 0he è ugnale a11a differenza di longitudine tra i due lnoghi, cioè all' angolo compreso tra i loro rispettivi meridiani, n1isurato in tempo invoce che in arco (nella proporzione di 11i ogni 15°, di pn ogni 15' e di l8 ogni 15"). Se il lnogo A è situato a. lev:1nto dol ]uoo-o B, u. ogni istante il ten1po di A sarh 11g1rlne nl tempo <li B pi ìt ]a rispetti va differenza cli longi tudino. Per farsi un concetto esntto del modo rapido con cni variano i tempi lo<·nli in proporzione delle distanze dei lnogl1i (l) NPgli usi civi.li qucst~1 rifonnn, fo iutrodot.ta verso ln. tine del secolo X V I lI e nella prima metà. clt>l xrx, secondo i vn.rì f)aesi d'E11ropn,. Verli M. RA:lNA, L'ora es~tta dappertiltto ( Mil~no U. Hoeph, 1897), pae-. 52. (2) Ii tempo vero ci è dato inLllle<li~tamente dagli orologi so!:--tri comuni (le cosiddPt.Le n~eridiane), dove la linea ùel mezzodì e le alt.rP: 11 n~e orarie Ronn ~dt.rettante rette. Il tt'mpo mecl10 ci è dato ,fa.f.:V -,rologt m1•c1.:::i,1iièi Quali, quautu ph'l F1ono pe ti, tA,nto meglio Fii. avvicillan.o all'idealt, j 1 andamento e1-at.tamente nmfo1·rue. f Bibliote·a Gino Bianco in longitudine, bnsterà consid~rnre i seguenti numeri: Latitn<liue geografica 3S0 42 4G A rro <1i pa rn,llelo conh;p111l(lt'11le a ]m di <liff. iu lougit. km. 21,96 ,, 20, 71 ,, rn,36 Di qui si vode che nei nostri pa_esi la variazione del tempo locale atT1Ya 0-i:1. a 1 1ninuto intero per soli 20 km., iress' a poco, di distanza nel senso est-ovest. 'l'ale discordanza nei tempi locali, abbastanza sensibilo ancho tra paesi relativan1ente vicini, non poteva pii1 rimaner trascurata a11'epoca nostra, dopo l'invenzione delle ferrovie e dei telegrafi. Essendo c'J:escinte enormemente la ra.piditù~ la frequenza e la facilità dello comt1r1icazioni 1 si riconobbe hen. presto In necessità di u~a unificazione 1·egfonale, od anche nazionale, delle ore.( 1) Più tardi fu sentito il bisogno di una unificazione internazionale dèlle ore o nlmeno di una facile e rapjda, con'vertibilità dell' orn di uno Stato nell'ora di un altro. A ciò provvede il sistem,a dei fusi ora1'i, detto anche delle zone 01·al'ie, il qun]e da una ventina d'anni in qua ha preso una notevole diffnsione.(2) Con esso si raggiunge una specie di unificazione n1ondiale delle ore, senza discordanze eccessive da.i diversi tempi locali e quindi senza contradizioni col giorno naturale e con le sne parti (mattino, n1ezzodì, sera e notte).(3) · Ritornando alle nostro effemeridi, è manifesto cho per ogni ln◊go sono fra loro equivalenti le due locuzioni: "ora del passaggio_ del Sole vero al 1noridiano~ 0sprossa in ten1po medio lega1o,, e "te1npo rnedio legal_e a nrnzzo~~ vero ,. l>nnqno, nelle pagtnc menstlt da 23 a 34-r fo. colonna intitolnta "passaggio (del Sole) al rneridiano (di Roma) dà il ternpo medio dE>ll'Europa " J 1· J:> centrale a rnezzonì voro <-1 \Orna. (1) L'esempio fn rl,~to nel 1R4:l rlalla Gr:tn BrPt.ao-na, <'hA adottò l'ora unica di Greenwich pPr l' lnrrl.lilt,f\rra A la 8cor.ia, e l' oni. di Dublino 1,er l' Irf:'lindn .. f/ Jtalia, :vlottò nel lfl66 l' orn <li H.oma e la. Francia nel 189L l'ora di Parigi. (2{ Verli,• jn fine dellfl pre~f'.nti spiPga,zioui, il l!i~. ~it.ato q11adro dei ttmi,i legali dei prin- <.:iJ.,a,liStat.i cld 111011<10. Cl) P0r nrng·o·iori nozioni. sulla misura <lP-1 1,empo e snl si:~t.f>,m~- i11->filli'li onni mi perm<•t.to cli rilllaudare al gH1, citato ui;o lihro L'ora e~attq, doppertutto, pag. 47 e sf'gueuti, . ..

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