Acpol notizie - Anno II - n. 8 - Giugno 1970

all'offensiva dell'autunno. La radiazione dal partito del gruppo del Manifesto esprime, invece, una scelta antitetica a quelle ipotizzate, fondata su un'analisi negativa delle capacità di attacco del movimento operaio, orientata quindi su un pragmatismo tutto difensivo, di potenziamento del momento burocratico della organizzazione. Una linea perciò coerente con gli spunti estivi di Amendola sulla vocazione .di governo del P.C. I., con l'insistenza su una soluzione di governo dapprima nella formula del bipartito _O.C. - · P.S. I., arretrando poi, nella recente crisi, su un quadripartito presieduto da Moro. Ripiegando infine su un governo che facesse le regioni. In ogni caso si tratta di una linea che subisce il ricatto moderato degli "stati di necessità" pur di evitare, con le elezioni anticipate, quello scontro frontale che avrebbe forse àllargato, •in termini di pura consumazione delle tensioni e dei conflitti socia li, i I suffragio eletto raie del partito, ma avrebbe definitivamente rinviato le possibilità di inserimento interno od esterno del P.C.I. nell'area di governo. Tali possibilità rimarrebbero comunque aperte solo in un incontro con le com- . ponenti maggioritarie e non certo più avanzate della O.C.; ammettendo, per ipotesi, che il capitalismo italiano sia disposto a pagare il prezzo della maggiore stabilità che deriverebbe all'area di governo dall'apporto comunista. In questa logica, i I P.C. I. ha dovuto nel breve periodo rispolverare con il P.S.1.U.P., per le elezioni amministrative una politica delle alleanze che riproduce vecchi schemi, mentre guarda solo in termini strumentali e perciò respinge quelle forze in movimento che, nel loro impegno anticapitalista, rifiutano ogni eger:nonia e sono disponibili, nell'ambito della sinistra solo per processi di trasformazione e non di federazione o giustapposizione delle forze. FALLIMENTO DELL'AREA SOCIALISTA Mentre 11ella D.C. la dialettica si svolge tra una linea più -conservatrice, attestata su posizioni di chiusura nei confronti di ogni istanza innovativa, e la linea, sconfitta, della cosiddetta nuova maggioranza, strategicamente proiettata a creare le condizioni per allargare al P.C.I. l'area di governo; mentre nel P.C.I. la dialettica oscilla tra una linea di consolidamento nel breve periodo della propria egemonia nello spazio di opposizione, per realizzare a medio o lungo termine la prospettiva auspicata da Amendola, e una linea più aperta, che consenta margini di rapporto con altre forze anticapitaliste; nell'area socialista la dialettica si esprime tra una ipotesi di ricomposizione di una credibile rappresentanza politica e le spinte divergenti esercitate, tra P.S.I. e P.S.I.U.P., dall'attrazione delle forze egemoni dell'area di governo e B . I .dell'opposi ione. s· 1~1oteca 1no 1anco La sc1ss1onesocialdemocratica è stata probabilmente l'ultima occasione che il P.S.I. ha sciupato. per sottrarsi alla "costante e addirittura monotona ·prevalenza dei condizionamenti moderati che, dal punto. di svolta del Luglio '64 in poi, ha costituito il leit-motiv della politica cosiddetta di centro sinistra, ormai scaduta al livello di un compromesso neocentrista privo di mordente e di credibilità". Ma il P.S.I. non ha saputo o voluto cogliere questa occasione piegandosi ad un ricatto che ha potenzialità permanenti, perchè le forze di destra, e in primo luogo lo P.S.U., potranno riproporlo con i I vantaggio di scegliere per lo scontro i tempi e i modi a loro più congeniali. Lo P.S.1.U.P. ha tentato di assumere un ruolo positivo e di compiere una scelta di linea, proponendo alla direzione del P.S.I. la ricomposizione della rappresentanza politica dell'area socialista. Questa proposta è stata disattesa e, in carenza di ogni elaborazione alternativa, lo P.S.1.U.P. ha fornito solo una indicazione di breve periodo, scegliendo il patto elettorale unitario con i I P.C. I. In questo quadro appare ogni sconfitta la linea che attraverso una nuova maggioranza della O.C., puntava a equilibri, sia pur solo parlamentari, non chiusi a ogni sollecitazione innovatrice; e in conseg_uenzauna linea parallela del P.C.I. che avrebbe dovuto condurre a _possibili inserimenti. E appare assai probabile la pre_visione di un progressivo allineamento di tutte le 'forze intermedie, con i I risultato di un confronto necessario fra le forze egemoni del blocco moderato e di opposizione. Ma appare anche frustrata in ogni ipotesi di ricomposizione - funzionale ad un più ampio processo di ristrutturazione di una rappresentanza politica di classe- della rappresentanza politica dell'area socia- . lista almeno nel senso in cui poteva essere iriterpretata al Convegno dell' ACPOL a Grottaferrata. Anche questa prospettiva di fondo, considerata la indisponibilità attuale delle forze interessate (nuovamente chiuse in una sterile dialettica di schieramento e di esigenze egemoniche, sottratte ad ogni confronto con le tensioni del movimento di classe) non appare nemmeno realizzabile in tempi adeguati alle esigenze pressanti; imposte alle forze politiche dal processo di unità sindacale. LE IPOTESI DI GROTTAFERRATA Nel documento costitutivo dell' ACPO L (8 Marzo 1969) scrivevamo che "la divisione del mondo in blocchi contrapposti, trasferita nella lotta politica italiana, ha awiato, con la fine dell'alleanza antifascista, una contraddittoria ricostruzione materia le

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