Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

- ;;~- Chè <pJClla fuga i gnomi nios~ e ralla Di l anli armali , c in uno sluol si for·lc, Senza aver pr·ima osa lo un colpo , c falla Debole pro• a :r lmeno della sorte , A lor mai usi di fuggir· , fu coaa St rana , nove ll a, c quasi por tentosa. E l'inseguir polt r·oni di lal peso, Con orgoglio sdrgnat' p:u·i al coraggio , Has lando lor d' a1cr· sì ben difeso Il Borgo, e H•nd ica lo il fallo ollr·aggio; Ed insegnato a quelle pnze lorme A non isluzzicm·e i l can che dorme. Stelle r·o in guardia ancor· lullo quel giorno , "a fatica non fu , fu un 1cr solazzo : Canti , eY\Ì\a suondHut d' ogni inlorno, E al fo lleggiar e , ai salli, allo schiamazzo, Ai moli, ai g r·idi , a i I'Oili , all' allcgr·ia , l'ar·cva un car·nc1al per• quella via. E Castagna seduto su uno scanno In sulla sll·ada presso al bcllolicrc, O• c, pe r esser· pronto a ogni malanno , l'cr que l giorno a-ra pos to il suo quar·licrc, Ha11 il a1 a lo spirlo e il corpo sianeo Yuolando un fiasco che a• c•·a fido al fian co.

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