Giuseppe Galletti - Una zuffa in Bologna fra i borghigiani del borgo Sampietro e i napoletani

30 - Di g r·andinc pare\ a il fitto nembo Ne ll ' infuriare di procella cs tiYa , Che una bufcr·a Aust r·a l lancia di sg:rembo , E pesta , c sqttat•cia , c uccide o'' essa UITh·a; li suo infausto scnticr segnando tutto Di tr:s li U\ ,·anzi, di squa lior·, di lutto. Ni un colpo a ndava in fal lo , per·chè s tretti l Regi assicm come accrnt lc g t·ane, Esposti aveano c Yolti c les te c petti Alla tempes ta micidiale , immane; A tal che in breyc non rimase a lcuno Che fo sse di quc' colpi appicn d igiuno. E schcggic, c piet re c s assi cran s ì spessi , Che una nube faccan, c un cupo r ombo ; S' incrocichiavan , s i rompcan fl'a ess i , Qual ferì \ a di fianco , c qual d' appiombo , Quali a te rgo , dai muri ribattuti , :Sicchè parean da opposta man piovuti. Credean i Regi ritr·o, ar·e incr·mi l llo rghigiani c codi all' inna tlcs<r; E nel ' edcdi trincer ati c fi!rmi , Pronti àl pal'i all' allacco c alla difesa, ll eslar· come il fancìu l , che trova ascosa Vn angue là dove coglìca una r·osa.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==