Giuseppe Ignazio Montanari - Della vita e degli scritti di Antonio Laghi faentino

:!·1 nlllcenta c sublimita dal Laghi , non potra a meno di non correre col pc nsiero a quello insigne scudo, in cui il· nostro divino Virgilio tutte a<l un tempo i.<toriò l e cose italiane e i romani trioufi: della vista de'quali Ehea si compiace , ignorando frattanto che egli portava sugli omcri la fama e i fatti dei nipoti . Non è poi maraviglia se quest'opera, che fu intrapresa fra n1ille congratulazi llni, dopo essere uscita in luce la prima volta in Faenza nell'anno 1791 , a richiesta di n>olti fu ristampata colle medesime stampe nell' anno 4795. All' opera dei salmi tenne dietro la versione laI:ÌtlJ da lui fatta di al cuni sonetti. Questa maniera di cd'lnponimento, com'è più bella e più pi acevolr d'ogni altra poesia lirica , cos\ è la più ardua e •d ifficile. Benedetto Menziui ci dice, che è come la pietra di paragone proposta da Apollo per mettere a prova gl' ingeui dei poeti . Intatti fu concesso ai greci ed ai latini usare ne' lor componimenti ora dc' rnonosti· ci , ora dei distici, quando i tetrastici e gli esasti - ci , quando i decastici : il che non è concesso al sonetto italiano, al quale sono st abi l iti determinati confini oltra cui non può andare ; però convien badare di nt>n cadere , come dicono , · . l n questo di Procuste orrido letto. Non credere poi , che per difficile che sia venga posto in non cale dagli italiani , Cui, di uull' altro che di lode av,lri, Le muse dier sveg liato e pronto ingegno , E suono di dolcissima favella. E non è raro ed insolito il vedere bellissimi sonelli

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