N. Corsini; C. Matteucci - Due lettere d'illustri toscani sulle cose presenti

Nonostante lo strepito dei cavalli e dei carri dell'artiglieria, noi persistiamo a credere che siavi una voce ancora più forte, la quale alla fine deve farsi intendere: la voce della ragione e della giustizia, la voce de1Ia opinione pubblica. Gl'Italiani fanno appello a questo Tribunale Supre- · mo, e ad esso confidano la loro causa. Da qualche mese la questione Italiana ha occupato sift'altamente l' attenzione degli uomini di Stato e dei pubblicisti, che sembra impossibile. che Io stato vero delle cose non sia universalmente conosciuto. Ma ohimè t le passioni hanno si gran parte nella politica, e i pregiudizi inveterati 'prendono talmente l'apparenza di teorie, che forse l'argomento il quale ci sta tanto a cuore n'è già oscurato e quasi nJ ha cambialo natura. Noi cerchiamo con tolle le forze nostre ciò che è vero, perché siamo profondamente convinti che non v'è speranza alcuna di buon successo ove non venga da ciò che è vero, e come tale dalla massima parte riconosciuto. Poco v' ha da aggiungere alle verità espresse nelle Camere Inglesi , nella celebre seduta del 3 febbraio. Tutli sono stati d'accordo sopra i cattivi governi dell'Italia cenlf'ale, sulla condizione anormale di quest~ parte d' Italia; e

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