Carlo Cattaneo - Terre italiane

66 Bernardino ma non fino al Gottardo; e la valle dell'Inn non va nè all'uno riè all'altro, ma tende al versante dell'Adda. È curioso che_ la Rivista speri di preèluderla, accampandosi• nella valle del Ticino! È un poco la strategia d' Arlecchlno. Ma è noto che per fare le annessioni, sia sul1'Inn, sia sul Varo, o ·nel Messico; o in ·Cocincina, o in Sardegna, ogni qualsiasi ragionamento è ottimo. Ne consegue .logicamente che tollerare il· Ticino è ormai per l'Italia un altissimo· disonore. « Tra le molte sue antiche ragioni di ver- . gogna, non v'è alcuna che possa star pari a quella ». È assai minor vituperio lasciar derelitta Venezia, perocchè Venezia infine è usurpata da una gran potenza. « Sta à nostra difesa la potenza- 'dell'impero ·». Attendiamo dunque che il grande impero si faccia piccolo da sè. Intanto, Venezia dorma felici sonnì. · Se non che, non par glorioso far la guerra solamente per paura; epperò si deve giustificarla colla filosofia e con altre due scienze: l'etnografia, e l'etnogenia. Il fatto è che i Ticinesi hanno gran colpa che in tre o quattro secoli dacchè fanno parte della Svizzera, e alcuni di essi anche più, non abbiano mai pensato di mettersi a parlar tedesco, come fecer·o quei di Coira·e d'Orsera. Sarebbe stato ben più onorevole per l'Italia l'aver sul Lago Maggiore una repubblica tedesca. iblioteca G,no Bianèo

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