Carlo Cattaneo - Terre italiane

ne siamo lieti, non solo .perchè ogni alta e solenne dichiarazione di un diritto giova al medesimo, ma perchè in questi momenti una simile dichiarazione ha quasi il carattere cy una protesta contro tutti coloro, e son mol!t, che, prepotenti o pusilli, continuano a parlare d'una mez· za Italia, stroncata da i.tn lato; priva de' suoi controforti, delle sue. piaggie, de' suoi confini na· turali; ed ·è assai se le concedono due. fiumicelli per dividerla da due imperi, il Varo, e l'Isonzo, e le Prealpi non le vere Alpi, le Alpi grandiose datele da natura a schermo, per contenere la Germania; appena è se le consentono tanto di monte e tanto di mare da potervisi distendere e sgranchire le membra assiderate dal lungo gelo della Sefvitù. Questo scritto consacrato a dimostrare non a noi - chè la fratellanza si sente e non si ragiona - ma all'Europa la comunanza delle origini, de' costumi, 'degli affetti degli istriani e delle altre popolazioni italiane, venne dettato e pubblicato appunto per incarico dell'emigrazione triestina ed istriana, la quale parla in nome de' congiunti e degli amici lontani. Non è dunque una voce isolata e individuale codesta: è una voce collettiva: è quella voce medesima che, non è molto, nella dieta di' Parenzo, alla rich:esta dt mandare deputati a Vienna, rispose per trenta volte: NESSUNO: la è sempre quella voce forte e pietosa che inviò a' prodi com· 81bliot-ecaG '"IO Bianco

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