Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

-93prirc la verita in una questione di cui non si conoscon bene gli inizi, nè gli attori, nè i motivi per cui questi hanno agito, e che giunge innanzi al tribunale ingrossata, commentata, snaturata dalle glosse di quanti v' hanno in un modo qualsiasi partecipato, o sovente non l'hanno intesa che raccontare da altri? Voi che vi erigete a giudici severi ed infallibili di quest'uomo che ha ucciso o rubato, sapete quali furono le determinanti che l'hanno spinto ad agire? Conoscete le circostanze d'ambiente, di eredita o anche casuali che hanno inAuito sul suo cervello e l'hanno spinto a commettere l'atto che gli imputate? Voi, uomini implacabili che lanciate l'anatema sul giudicabile che la forza pubblica ha condotto alla sbarra, vi siete mai domandati se, messi nell'ambiente e le circostanze in cui qucll' uomo ha agito, non avreste fatto di peggio? Anche se foste quegli uomini impeccabili, austeri e senza macchia che cercate di sembrare, voi che con una parola troncate implacabilmente la vita e la libertà dei vostri simili, non osereste pronunciare le vostre sentenze se aveste ben / riAettuto prima~J:rag_!lità, um~na; se aveste la coscienza di ciò che fate, vi ritrarreste inorriditi dal vostro oAicio ! Come mai le vostre notti non sono turbate da incubi ? come i vostri sonni non sono popolati degli spettri delle vittime fatte tutti i giorni dalla vostra pretesa giustizia? Senza l' incoscienza che dànno l'ignoranza e l'abitudine, finireste per soccombere sotto il peso dei rimorsi e l'oppressione dei fantasmi suscitati dalle vostre sentenze. liu ,.,a -..,ino B1~ vv I

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==