Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 40 - sviluppo dell'umanità. Se noi non vogliamo che la rivoluzione sia un salto indietro. occorre che i lavoratori sieno o 01vengano adatti a sosntuire 111tcW:t· tua1mente l,a borghesia che vogliono rovesciare e spossessare; la loro ignoranza non aeve poter costituire un ostacolo allo sviluppo ulteriore delle cognizioni già acquisite. Se non le sanno e non le conoscono, devono essere atti a comprenderle non appena se le troveranno di fronte. * * * Nonostante, noi comprendiamo perfettamente l' impazienza di molti;· si capisce che chi ha fame vorrebbe veder presto splendere il giorno in cui potrà saziarla; ci rendiamo conto molto bene del come chi subisce a fatica, soffocando la collera, il giogo dell'autorità, abbia fretta di scuoterlo e sia perciò desideroso di sentire parole conformi al suo stato d'animo, che appaghino il suo odio, i suoi desiderii, le sue aspirazioni, la sua sete di giustizia. Ma, per quanto grandi sieno queste impazienze, per quanto legittime le rivendicazioni e i bisogni da realizzare, l'idea non cammina che poco a poco, non penetra nei cervelli e non vi si fissa che quando è maturata ed elaborata. Se pensiamo che la borghesia, che vogliamo rovesciare, ha messo dei secoli per prepararsi lei a rovesciare il feudalismo, ciò deve farci riflettere quale lavoro di elaborazione c'è bisogno che anche noi facciamo per poter vincere. Nel quattordicesimo secolo, quando Stefano Marce! Boli • c:aG1 Bc1nco

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