Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

B 1t sodisfarli. Si giungerà cosi a produrre, non solo per sodisfarc i bisogni più urgenti, ma anche i desideri che si svilupperanno e si sveglieranno in seguito. Essendo infiniti i bisogni dell'uomo, infinite saran~o le sue forme di attività, infiniti i mezzi per sodisfarli; e sarà proprio questa varietà di bisogni che concorrerà a mantenere la generale armonia. Nella nostra società, in cui si è abituati a contare sul lavoro altrui per procurarsi le cose necessarie all'esistenza, non si ha che uno scopo : procurarsi più danaro possibile per comprare ciò che bisogna e piace; ora, siccome il lavoro manuale non è sufficiente neppure da impedire a chi l'esercita di morire di fame, chi non ha danaro cerca procurarsene con tutti i mezzi, fra cui ultimo il lavoro produttivo: sia facendosi funzionario dello Stato, o giornalista, o commerciante, o magari ricattatore; chi ha guadagnato qualche cosa in commercio, aumenta la sua rendita taglieggiando il prossimo, giuocando alla borsa, prestando a usura, o speculando col far lavorare gli altri per conto proprio. Si fa di tutto, più o meno disonestamente, ali' infuori di ciò che sarebbe necessario e in cui tutti troverebbero vantaggio: della produzione utile. Ciascuno cerca tirare a sè la coperta, senza curarsi di quelli che restano nudi; e trionfa l'egoismo più irragionevole, che sembra divenuto l'unico movente delle azioni umane. Pure, raffinandosi, l' uomo può giungere a vivere non più unicamente per se stesso e di se stesso; il tipo del perfetto egoista, inteso in senso buono e umanamente sviluppato, giunge a soffrire delle soflerenze di coloro che lo circondano, a~ sentire diminuito il

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