Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

~JJ2J 1-:~ ~-4A=t-1L=J r- _. :,1--,,t_ 7 23 - ~ ~L 1 non han mai inteso di predicare l' abnegafione e la ~ i rinuncia individuale, in seno alla società da essi in- ' traveduta. Gli anarchici rifiutano l'ente « società », ma respingono in egual modo l'altro ente « ittdividtto », che si vorrebbe creare, spingendo ali' assurdo la dottrina libe~taria. • •• L' individuo ha diritto a tutta la sua libertà e alla sodisfazione di tutti i suoi bisogni: ciò s'intende. Ma siccome esiste più di un miliardo di individui sulla terra, coi loro dritti, se non bisogni uguali, ne consegue che tutti questi diritti devono esser sodisfatti senza che l'uno sia ostacolo ali' altro; altrimenti vi sarebbe oppressione, ciò che renderebbe inutile l'aver fatta una rivoluzione. Il fatto che l'immonda società così com'è organizzata, basata sull'antagonismo degli interessi, mette gli individui in lotta fra loro e li costringe a dilaniarsi per avere la sicurezza e la possibilità di vivere, ha contribuito molto a confondere le idee. Nella società attuale bisogna essere o ladro o derubato, oppressore od oppresso; npn c'è via di mezzo. Oggidì chi vuole aiutare il suo vicino rischia spesso d'esserne lo zimbello; e per ciò chi non ragiona si crede autorizzato a credere che gli uomini non possano vivere senza combattersi. A costoro gli anarchici oppongono che la società deve invece esser basata sulla più stretta solidarietà. Nella società ch'essi vogliono sostituire alla presente, anche la più piccola parte di benessere individuale 81 lio ~c:.i G1 o B ..1r

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