Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 198 - po stesso con un programma di riforma ( 1 ). L'elettore, che pure è per solito cosi bestia, si è detto: " Se si deve, malgrado tlltto, far la rivoluzione, a che scopo domandare d forme? Se qu~ste riforme non tolgono che si debba ricorrere alle armi, a che scopo mandare dei deputati a proporle alla Camera? ,, S'egli 11011 si è fatto questo ragionamento nella forma concreta in cui noi lo presentiamo, - e che invero sarebbe un po' al di sopra del!' intelligenza media degli elettori, - pure questo il suo cervello deve avere intuito, dopo le discussioni nelle riunioni elettorali; ed han votato per i radicali che gli vantavano l'efficacia delle promesse riforme, per i possibilisti che si sono anche loro messi a predicare le virtù delle panacee parlamentari, perchè l'uomo è portato sempre a scegliere i mezzi che gli costan meno fatica e sacrificio. Gli opportunisti parlamentari, - per ingraziosirsi i lavoratori, - ornano e rimpinzano i loro discorsi anche di attacchi retorici coutro la borghesia, ma si guardan bene di parlare di rivoluzione, trovando più comodo l' intrigare coi partiti politici per assicurare l'elezione dei propri candidati, basandosi sull'adagio : Tieni tu oggi il sacco a me, chè domani io lo terrò a te. (1) Questo, il Grnv~ poteva dirlo ancora nel if-,3, <1u:1ndo scriveva cosi; m:\ nggi nl'IIdirebbe piì1 r socialì~ti tleuorali, che st:inn :-indatì in P2rlamento, sono dìven1:ui tunì uppo1111nisti, sen1.:1eccezion• alcnn:i, X-Ol.a ,trl tmd1tltore) 8 oli eca Gino B1dnco

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