Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 193 - sibile. Le idee,· evolvendo, ci portano alla rivoluzione; si può deplorare, rammaricarsene, ma il fatto è questo; e occorre scegliere la propria via senza esitare, poichè le lamentazioni non ci possono nulla. La rivoluzion~ è inevitabile; e non ·e' è che un mezzo per impedire che avvenga contro il progresso, ed è quello di prendervi parte, cercando di utilizzarla per realizzare l' ideale intraveduto. * * * Noi non siamo di quelli che predicano gli atti di violenza, nè di quelli che si mangiano tutti i giorni un padrone o un capitalista, come già in altri tempi i borghesi si divoravano un prete a pranzo e un prete a cena; non siamo di coloro che incitano .gli altri a lare questa o quella cosa, a compiere questo o quell'atto. Noi siamo persuasi che gli individui non fanno che ciò che sono ben decisi essi stessi di fare ; crediamo che gli atti si predicano con l'esempio e non con gli scritti o con i consigli; ecco perchè ci limitiamo a tirare da ogni avvenimento e da ogni cosa le conseguenze, perchè gli individui possano da loro scegliere ciò che vogliono e credono di fare. Ma siamo convinti che le idee non possono non moltiplicare, nel loro cammino ascendente, gli atti di ribellione. Piu le idee penetreranno nelle masse, più la loro coscienza si sveglierà, piu intenso diverrà il loro sentimento di dignità; e per conseguenza meno saran disposte a subire l'arbitrio di un potere autoritario e lo sfruttamento di un ladresco capitalismo. Quindi 8 blio, :ca Gino 81 o

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