Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 121 - vece ci meravigliamo d'una cosa, che ci sieno ancora individui cosi stupidi da continuare a lavorare in tali condizioni. Dietro l'esempio datogli dalla società, l' ideale del- !' individuo non può essere altro che quello di giungere a far lavorare gli altri, e sfruttarli per non essere egli stesso uno sfruttato. E quando i mezzi mancano per sfruttare legalmente il lavoro altrui, si cercano altre maniere. Il commercio e la finanza sono anche mezzi leciti accettati dalla legge, che danno enormi guadagni quando sono esercitati in grande, mentre non si può adoperarli in piccolo che rasentando il codice penale e anche intaccandolo un poco, col rischio d'esserne presi. La frode e I' inganno sono procedimenti ausiliarii che permettono di aumentare del decuplo i guadagni. Per coloro che non possono operare in tali condizioni favorevoli, c'è ancora una via aperta: lo sfruttamento della credulità umana, lo scrocco ed altri mezzi analoghi. Più in basso ancora, c' è il furto brutale vero e proprio, e I' assassinio. Secondo i mezzi di cui si dispone e l'ambiente in cui si è cresciuti, si mettono in pratica gli uni o gli altri metodi, oppure li si combina insieme, per sfuggire quanto più a lungo è possibile, ai rigori del codice che è incaricato di difendere la società. Miseria e sofferenze, ecco il premio di chi lavora; godimenti d'ogni specie e continuo riposo son riserbati a coloro che con la forza, l'inganno o per diritto di nascjt;i, si son fatti parassiçi dei lavoraçori. 3 ___ Gir _

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