Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

B liete biente acquista le prime cogmz10m insieme a una quantità di pregiudizi e di menzogne, che non arriva a riconoscer false che dopo parecchi secoli di critica e di discussione. Bisogna dunque ammettere che l' influenza sociale suÌI' individuo è immensa, e che pesa su di lui con tutto il peso delle sue istituzioni, della forza collettiva de' suoi membri e di quella acquisita durante tutta la sua durata anteriore; mentre I' individuo, per reagire, possiede le sue forze soltanto . • • • La società, che è un primo tentativo di stato di solidarietà, dovrebbe avere per scopo il miglioramento degli individui, l'apprendere loro la pratica di questa solidarietà per la quale appunto si sono associati, farli amare come fratelli, spingerli a mettere in comune piaceri, godimenti, pene, dolori e privazioni, lavoro e prodotti. La società invece non ha trovato nulla di meglio che dividere gli individui in una quantità di caste, che possono raggrupparsi in due classi principali: i governanti e i possidenti da un lata, i sudditi e i nullatenenti dall'altro. Pei primi benessere e pletora, pei secondi miseria e anemia! Ciò ha per resultato che queste due categorie di individui son l'una nemica dell'altra, e fra esse si perpetua una guerra feroce che non potrà finire se non con l'asservimento completo senza rimedio della classe povera, oppure con la completa scomparsa come tale e come privilegiata della classe dei ricchi.' Ma l' organizz:rzione difettosa e mal compresa della iro oi, e

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