Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 108 - * * * Ma ciò che ancor piu ci rivolta, son tutte le forme ipocrite adoperate per farci riguardare come cose· sacre tante buffonate teatrali, di cui i-borghesi contornano le loro sinistre commedie, non avendo il coraggio di confessarle francamente. Sopratutto. poi ci fa nausea l'atteggiamento di tutti i saltimbanchi della politica che, col pretesto di criticare l' attuale regime, lo attaccano negli uomini che ne applicano le leggi e il modo come le applicano, mentre si dan premura di rispettarne l'intima essenza, in modo da far credere che.ci sieno centotrentasei maniere di applicare la legge, e che fra queste . . centotrentasei ve ne può essere una buona; e che fra gli uomini che daranno la scalata al -potere se ne possono trovare di abbastanza onesti e intelligenti, uomini insomma come 11011 se ne trovano, che sapranno scovare fra le altre la buona maniera e servirsene con sodisfazione di tutti. Veramente non sappiamo che cosa ammirare di piu, se la sfacciataggine di coloro che ci vogliono dare ad intendere tali sciocchezze, oppure l' ingenuita di coloro che continuano a rispettare tutta questa scenografia di cui sono i soli a sopportare il peso. È difficile capire come, tra la folla innumerevole d' individui che son passati per la trafila della cosidetta giustizja, non se ne sia trovato ancora uno, abbastanza libero di pregiudizi, da andare a toglier di B lio,oca Gino B1artco '

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==