Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

DELL' AUTONOMIA ITALIANA 55 tivo non potea esser capito, e molto meno apprezzato dalla l'ivoluzione italiana. La servitù a che fu depressa la Chiesa dai primi imperatori , agli estremi a che sospinsela Giuseppe II, fu tiran. nica e scat!_dalosa. Vero è che negli ultimi tempi l'Austria avea praticamente rimesso molto di quei rigori; ma le leggi di sasrestia esistevan tutta. via, e la parte che se ne praticava non era leggiera . Ora quando un Governo si usurpa il diritto di formare i teolog·i, di riveder le prediche, di correg·gere le Pastorali, di regolare il cullo e poco meno che dirigere le coscienze dei popoli, vede ognuno che questi popoli debbono trovare uelle loro coscienze qualche cosa di più delle semplici rimostranze. Ma pensate se i nostri rivoltosi volessero abbracciar quella causa! essi che cominciarono ad opprimer la Chiesa prima ancora di avere il po-" tere civile! Quando lo avessero , farebbero a tutta Halia invidiare le riforme giuseppin<l. Sì che il motivo della tirannide o non esisteva, o esisteva per un rispetto che non potea destare le ire patriottiche; anzi l'unica cosa che il nostro sacerdozio laicale appro'l!i nell'Austria, sono quelle usurpazioni sulla Chiesa. Messo così da banda codesto motivo, ricor. dalo unicamente dai promotori, della guerra per guernire le declamazioni e per meglio riscaldare i cervelli, non ci resta che il solo titolo dell' autonomia nazionale, );; questo propriamente è l 'A- /

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