Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

36 LA CONFEDERAZIONE ITALIANA \ nali, da cui quella si mostrò aliena col non volervi prendere nessuna parte, quando pure onestamente potea, forse ancora sotto un riguardo dovea. Pensate ora a deliberazioni che compromettono ]a salute pubblica e le private coscienze! Se nella Italia centrale si oltenne una larva di suffrag·io, neppur questa si può supporre nella meridionale. Voi avete il suffragio contrario; e ciò mi par chiaro abbastanza, da che non ci si potendo partecipare senza essere traditori, ribellanti e sacrileg-hi, la Dio mercè non ci malig-nano tanto le stelle da doversi appiccare quelle qualificazioni alla mag-g-ior parte degli Italiani. A questa ( mi è dolore e vergog-na il dirlo ) potete dare voce di timida e di neg·hittosa, ma d'iniqua non mai; ed egli basta numerare i capi' , affissar le sembianze, studiar le arti ed il contegno dei riformatori per certificarsene. Voi non lo potete avere il suffragio della moltitudine, ammeno che non vi venisse fatto ingannarla bruttamente facendole gognare che colla unità italiana verranno tutle ]e heatitudini. I popoli non si levano ad una mossa unanime, se non vi veg-gono un mezzo a cessare un male o procurarsi un bene che tocchi molto da vicino gl'interessi individuali. Anzi la storia ci apprende che i veri movimenti spontanei delle moltitudini si effettual'ono presso che esclusivamente a fine di cessare r,ravi mali o rischi comuni; chè la natura, quan-

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