Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

!! LA COSTITIJENTR 25 degni certo di entra1·ci, sta promovendo nella re. nisola, può egli avere altl·o scqpo che d'imporre a ventitre milioni d'Italiani il loro volere per leg· ge, e la loro sete di dominazione e di sangue pet· forma governativa? 1\ia se la viltà degli uomini e la ingiuria dei !empi non fa trovare a questo attentato un contrasto, sarebbe troppa ig·nominia se perfino gli mancasse un rimprovero! Se non ci bastasse l'animo di chiamar le cose coi nomi loro, e non ardissimo neppure di proclamare quei diritti riconosci uti e sentiti da ogni coscienza che non sia perduta, e dei quali sono somig-lianti conati la più sverg·ognata c la più flagrante violazione. Poniamci pe•· un poco nella supposizione 'la più democratiea delle possibili, nella supposizione dei costituenti medesimi e che è l'unico loro puntello: supponiamo pe1· fino non polervi essere altro Sovrano che il popolo. Se voi non ammellete che per un volo o pe1· un fatto di questo stesso popolo il diritto ed il dovere di governare si possa trovare in un individuo, in un 'assemblea, in una famiglia, voi non solo distrug·gerele ogni autorità esistente, ma rendendone impossibile il principio, rendereste impossibile ogni convitto sociale. Il presidente della repubblica francese per quattro anni ha dal popolo sovrano commesso il diritto ed il dovere di g·overnarlo. Un privato, una mano di pl'ivati che allentasse in qualunque guisa spogliarnelo, sarebbe reo di lesa maestà sociale: se lo facesse Io stesso popolo senza un titolo giusto, 3

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