Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

18 LIBERTÀ. moderazion male appresa , somigliantissima alla inerzia della torpedine, pensate che farebbe la maggioranza italiana nei tempestosi tremiti di una repubblica agonizzante che va a risolversi in anarchia o in socialismo! farebbe un sotto sopra quello che sta facendo in Roma : rincantucciarsi accanto al domestico focolare pet· deplorarvi borbottando la iniquità degli uomini e dei tempi, disporsi a consegnar la pecunia quando sia chiesta, preparare scongiuri, caso mai sian volute le donne, consultar teologi per quando fosse tentata la coscienza, e fare un atto di contrizione dove sia a termini di temer della vita! Con una Società così disposta Ja democrazia non può essere desiderata se non da chi intende valersi di quella inerzia civile per ti1·anneggiare da despota. Ma rag·ionando da uomini, ci saria dovuto parere somigliante a miracolo se con una Società così disposta fossimo riusciti a metterei sulla via d'una monarchia temperata; alla quale avremmo avuto duci leali e cooperatori i medesimi nostri Principi . Travolto per sommo tradimento quese onesto concetto di libertà, ora è problema se possa la patria nostra continuarsi sù quelia via, alla quale lung·i di conciliarsi la moltitudine , ha av';lto troppe rag·ioni di dichiararsi più avversa . Se questo non ci vien faUo, l'oppressione, la schiavitudine demagogica, il regno del terrore sarà la nostra porzione, cd il reg resso all' assolutismo l'unico nostro scampo.

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