Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

E DEMOCRAZIA 17 soluto e forte. Questo concorso unanime fa spe· rare che così generosa nazione sia salvata un'altra volta. Ma il 29 del passato gennaro fu giornata lrepidissima : si stette li pet' li sul veder rinnovate le scene sanguinose di giugno; e se la parte ribellante avesse avuto il di sopra, una delle prescrizioni prepat·ate, come costa da documenti :uffizial i , era questa : La libertà individuale sospesa per tre mesi. Nessuno onestuomo può indovinare quali violenze ed enormezze covassero sotto quel· la parola! Questa , non altra che questa sarebbe la condizione della Italia costituita a democrazia: ne sono troppo manifesto seg·no le simpatie e le tenerezze scambievoli dei socialisti francesi e dei demagoghi italiani. Proudhon e Ledru-Rollin sono gli ammiratori più caldi di tutte le infamie della Penisola, i lodatori obblig·ati di Sterbini e di Gioberti: questo prete vituperoso alla sua volta prostituì l' Evangelio alle ribellioni, e santificò del nome di Cristo tutte sorte di rivohure, senza escluderne almeno la socialistica. Si che, per concludere, l'Italia democratica sarebbe agli stessissimi termini e si troverebbe alle prese collo stesso nemico; ma conosceremmo assai poco la patria nostra se ci lusingassimo di avere gli stessi presidii da difendercene. Forse non anche maturi per una rappresentanza popolare, con un istinto, con un abitudine ostinata a non volerei intromettere di cosa pubblica, con una

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