Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

14 LIBERTÀ luti del 471 non avrei troppo buone •·agioni di adagiarmi meglio in quella tirannide antica che in questa nuova? A-Imeno il suffragio della maggioranza dovea valer qualche cosa ! E bastan gli occhi per vedere il fatto , il senso comune basta per intendere la ragione, perchè la maggioranza in Italia vorrebbe cento volte meglio tre assolutisti quali si dicevano Gregorio, Leopoldo e Carlo Alberlo, che non tre liberatori ~che si chiamano Sterbini , Guel'l'azzi e Gioberti. In questa guisa invece di conciliare gli animi sospettosi alla libertà e procurarsi l'appoggio dell' universale, si sono anzi giustificati i sospettosi , resi reali i timori, e riproducendo vecchi tradimenti, si è gettata una nazione nell'anarchia, dalla quale non potrà forse redimersi che rinvertendo delusa e pentita alla condìzion di bambiha. Ma supponiamo ciò che non è, ciò che forse ancor non può essere, che tutta l'Italia sia costituita a pura democrazia acquistando sul suffragio universale quell'appoggio senza il quale gli ordini meramente repubblicani , siccome deboli e precarii, non è possibile che sussistano. Supponiamo che i nostri demagoghi siccome hanno l' impu~ denza di dirlo , così abbiano il potere di fare che tutti gl ' Italiani siano democratici . Forse che saremo allora tranqu illi? sarebbon finite le gare? ci resteremmo un poco a frui re i vantags·i ed il decoro della libertà ? Sarebbe stoltizia il pensarlo! Proprio allora comincerebbe uua nuova lotta, la

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