Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

B DEMOCRAZIA 13 E questo delJa Francia, dove pure le idee di libertà sono più radicate e più svolte che non for~ se in qualunque altra contrada di Europa, dove la nazione sla educandosi alla :vita 'pubblica da mezzo secolo, e dove un elemento popolare te~ nuto ab antico o negli Stati generaU, o nei Par~ lamenti, o nelle Camere, potea far supporre una bastevole maturità alla pura democrazia. Si consideri ora che sarebbe a dirsi dell'Ila~ lia usa ab immemorabili ad un assolutismo senza veruno temperamento! i cui popoli ieri o avantieri guardavano un parlamento o come un voto difficilissimo o come uno scandalo ; la quale entra ora la prima volta ad assaggiare la vita pubblica senza esercizi preparata colla menoma educazione politica; che appena sa il nome di brog·li elettorali e di fasi parlamentari; che schiva, ombrosa e. re~ stia si rifiuta perfino di stendervi un dito! Ora co~ me farete voi a fondare una pura democrazia tra questo popolo? Supponetela proclamata: potete assicurarvi che dei cento almeno novaotanove non ne vorran sapere; ma l'uno, che si arroga la missione di salvare la democrazia, si crederà rtel diritto di fare verso dei novantanove assai peggio che non facevano le passate polizie per assicurare l'assolutismo. E questo vi pare egli rigenet·are i popoli? o non anzi è un tr·adirli, un oltragg·iarli, 'un oppri· medi? E se io vole.ssi commettere la sup1·ema in~ giustizia di appellar tiranni i nostl'i Principi asso~

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