Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

CONCLUSIONE. 149 con ogni feccia di eretici per combattere le ambizioni spagnuole e le esigenze imperiali. Si andava intanto dagli europei nei paesi barbarici; ma ci andava la feccia dei popoli a rapinarne un oro innaffiato di lagrime c di sangue, e a darne in contraccambio malori schifosi, vizi sconosciuti, tutti i raffinamenti di una corruzione istruita. L'Europa abbandonò l'opera di combattere la barbarie di fuori ; forse è appunto per questo che essa vede ripullular la barbarie nel proprio seno! La politica machiavellesca dell'assolutismo, il fanatismo religioso deiJa eterodossia sono state le due piaghe che hanno lacerata e indebolita l'Eul'Opa di dentro, rendendola inabile alla sovrana sua missione al di fuori. La sola Inghilterra seguitò quella via, ma pea· lei non era una mis.sione incivilitrice: era una speculazione di traffico, un maneggio d' ingrandimento, in quanto essa non pof.ea dare ad altrui quel· lo che aveva perduto per sè. Essa non è riuscita che a portare in Europa la mollezza asiatica , e regalare all'Asia la corruzione europea ; se pur non vogliate contar pea· guadagno gl'idoli meglio foa·- biti che van da Londra a decoa·are i Pagodi tra l'lndo e il Gange, o gl'immensi carichi d'oppio che portano al ~ià torpido Cinese il capogil'lo, l'ubbriachezza e la morte. Se il nostro vedere non erra, forse il tempo di ripigliare la male abbandonata sua via è giunto per l'Europa. Certo gli elementi che causarono

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