Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

148 CONCLUSIONE. si fosse cammi ua to di quel passo, anzi con quell'incremento di forze indivi sibilc dai moli spoutan ~ i, crediamo fo r se che ci sarebbero lullavia qu altt o quinti de lla uwaua fam ig lia gt>mt> uli u e ll a b ,Jrbarie ? Ci pa a e anzi ehe qu as i tutl o il mo 11 do sareb· be c ri l>Lia uo e c ivil e . E l' Eu1opa a vt e bbc avut o uu campo da spierrarvi le vitali sue fo r ze, riceveudoue in compenso meslio rhc miuìere, tl'affil'hi e domiuìi, la be nedizioue d a l Cie lo e la ri couoscenza di tutto uu lllondù. La rivolnzione religiosa , scoppi ata quasi all'ora stessa nell'Al eman-na, ne lla Eh· e zia , nella f, a nei a e Bella Iunhilterra , anestò quasi al tullo quel movimeuto in quei · paesi, c impedi che l a Spasm• e il Po t toea llo vi facessero quelle prove che vi av1 cb· bou polu!o . I Goverui minati dall ' anarchia, ebbero a gran merc è couservare qu el cl1e avevauo iu Eur·opa ; ma per conservarlo fe t't'rO proprio quello <:he ne affrettò la ruiua . Per ise bivare i dau ni della riforma, es ~ i ue ahbracciarouo e ne praticarono la massima priu cipale ne!IJ politi ea ; t~tl all' iut ere sse di St ato oeni cosa dovetle obbedire, nou e~clusa la giustizia, la equità , la cosci euza. ArriBo e Li· sabetla martor iavano e s!]u a rtav a uo c a ttoli ci sul Tamiei: ul ' impcl'adori protettori della Chiesa , solto specie òi dift.~udeda, ne viola\·ano i dil'illi più santi , e se ue vale\' ano a st rumeulo di cupa politica; i cristianissimi 'e Ji francia e fi eli primoecuiti ddla Chiesa cattolica, chiamavano e pagava no il Tur· co, perchè investisse i cristiaui ) c si c oufed e ravauo

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