Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

140 DRITTO E DOVERE dito dovrete fulminare e ferire davvero. Ricusan· dovi a questo voi apparecchiate il trionfo ad una violenza di diverso genere. La legittima forza dell' autorità differisce in que~to dalla illegittima del delitto, che la prima dal venire in atto una volta , per la imponenza eh~ spiega, risparmia a sè il debito doloroso ed alla società il danno di venirvi le cento; laddove la seconda dal venire in atto impunemente una volta, pet· la baldanza che acquista, prende sicurtà di venirvi le cento e le mille. Se dovessimo assegnare un 'altra differenza, diremmo che la repressione legale si esercita sempre contro un reo, in quanto è reo l, atto medesimo dl provocarla; ma la forza tlel delitto si esercita quasi sempre sull'innocente, e sempre senza dil'itto. Come pertanto avrà a definirsi codesta carità ipocrita, codesta filantropia melensa, codesta cle. menza ridicola, che pretende i mezzi coattivi non addirsi al fiore di umanità e gentilezza che è il nostro secolo? come avrà a definirsi codesta mitezza iniqua, che abbandona i popoli al furor di un partito, e orgogliosa della sua popolarità si compiace che di sangue cittadino sia vergine il suo ferro , mentre vi gavazza il pugnale dell'assassino? Le giornate di maggio in Napoli, quelle di giugno in Parigi fua·ono spaventevoli : ma chi po· tria prevedere a quali eccessi si saria venuto, se si fossero lasciati prevalere i demagoghi e i sociali~ti? Il tempo del terrore in Francia spense ini-

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