Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

120 LA MAGGIORANZA st e raccorciato per noi in una sfera che appena abbraccia altro che la nostra came1·a e la nost•·a persona; non si ottiene , perchè la fede , la speranza, la carità sono stt·anamente rafft·eddate in Italia, e per l'Ìstot·arsi han forse bisogno del ferro e del fuo w della persecuzione; non si ottiene pet·· cbè nel Santuario medesimo ci ha troppi che lo disonorano sia col vivere secolaresco, sia colle in· vidie codarde e colle gelosie di mestiere, che fe· cero guardare con segreta compiacenza, se non anche aiutar di una mano lo sterminio dei fratelli che faceano ombra, quando anzi avrebber dovuto invidiarli, se fossero stati meno ignoranti, meno profani. o meno vili; non si ottiene perchè un matto orgoglio nazionale ci ha inebriato per guisa, da pretendere che la Italia sia donna e reina delle nazioni, quando i fatti la mostrano appena degna di esser·ne ancella: quando quell'unica corona che le dava una verace preminenza, noi gliel'abbiamo da forsennati strappata dal fronte, e la stiam da sacrilt>ghi pestando coi piedi. Nella quale dedinazione morale e a·eligiosa della patria nostra ci par vedere sufficiente ragione e titolo più che giusto di quella oppressione demagogica di cui la maggioranza sedicentesi onesta è fatta vittima. Quanto alla minorilà che opprime, essa fa certo con molto senno a iufellonire, posto che l' alta·ui codardia cliene porge cosi bel destro; ma non abbiam molta fretta per vederne il gastic o ) ne prenderemmo scandalo quand'anche no 'l

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