Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

E U l\JI NOR ITÀ t f 9 c he io uon intendo come i Vescovi ilaliaui nou Cl siano eutrati con gravi istruzioni pa storali , raccomandando l'adempime nto di questo dove r e. Nè a vrebbero a impensie ri rs i de lle circolari minacc iose dei Ministri gioberti :;ti : baste rebbe insinua re (o pe rchè non an ch e presc r ive re?) che di ano il volo quanti ne ha nno il diritto , e c bt lo di ano secondo coscienz a. Non ci vorre bbe allro che que sto per fa i' finire in un gior·no i l\1iuiste 1· i g ioberti sti: e per avere rappresent <mze in cui la parte vollcr iana e giansenista non avesse altro u ffìzi o che di f.-emc re su di u11 banco dei più d eserti . Diremo che la Italia è men catto lica d e lla F ran cia? e nondimeno uell' assembl ea fra nr ese , eletta sotto le influenze demagog iche e riprovate oggimai dal suffrag·io uni - vers ale , in tale assemblea , dico, non sa rebbe possibile la sanzione di qual che legee a dottata nella Costituente di Roma e n elle Camere di Torino. Ma si otterrà che la maggio ran za u si con alacrità tutti i mezzi che sono in sua mano , d i stampa, di riunioni di g iornali, di rimostnmze , e quello soprattutto che è tanto leg ittimo, la• :lo agevole , tanto efficace , il suffrag io ? No! uon si otterrà n ell' a vvenire pe1· la stessa r ag ione onde non si otti ene a l pt·esente; e non si o tt ie ne a l p resente , pe rchè l a dappocaggi ne, la ine rzia , la vilt à c i ha into rpiditi pe r g ui sa , da n on fa t·c i vedere a l tro mezzo di sa lute che i l non far niente; non a i o ttiene , ~ perchè l' t·goismo, viziu di tulli i tempi c di tulli i popoli ,

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