Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

LIBERTÀ. c precario. Non usi al nuovo t'egime trovavamo tutti e· l' intoppi' le incertezze' le noie dei cominciamenti; e ci era pur forza sovea'chiarli con pazienza longanime e con costanza. Ma vi pare che avrem potuto non darci pensiero dei sospettosi, dei diffidenti, dei non curanti e fin dei contrari? Questi nella Italia costituiscono fuori di ogni controversia la maggioranza numerica; e la nessuna parte che han preso n.ei collegi elettorali ne sono una prova irrepugnabile. So che codesto contegno non è lodevole, appena può trovare scusa nelle vecchie abitudini e nella nessuna parte presa fin qui dai nostri popoli nella vita pubblica. Ma che volete? la politica non crea gli elementi civili : nppena puo leggermente modificarli, e ad ogni modo convien che gli accetti quali li trova costituiti nella Società cui presiede. Ora se ammettete la ipotesi che in Italia la maggioranza numerica non vuoi sapere di mutazioni, come farete voi a costituire un nuovo Governo? vorreste per avventura fargli liberi per forza? Sarebbe il cnso in cui un Governo libero pet' conservarsi avrebbe uopo di tiranneg·e·iare, e distruggerebbe la libertà individuale nell'atto medesimo che vuoi fondare la pubblica. D'altra parte non è a pensare che codesta maggioranza numerica, sospettosa, diffidente, e non curante di libertà non abbia in Italia buone ragio• ni dei suoi sospetti, della sua diffidenza. La libertà, il diritto, la indipendenza hanno troppe attrattive

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