Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

108 LA MAGGIORANZA la presso cui voleasi fare inlerceditore il Gioberti a favore di Pio IX vu persuaderlo di osservare la legge costituz ionale!! Oh! che? non l'1avea forse osservata Pio IX? s' i1·rise mai più bruttamente il buon senso c la coscienza dei pop.)Ji? Che se questi filantropici Ministri e socialisti rappresentanti sono si teneri del suffragio tmiversale) come non sentono il debito di sostenere il suffragio di 67 mila su quello di 3 mila? o dovremmo lor credere che 3 è qualche cosa di più che 67? Direte che i più sono relrogt·adi, reazionari , non intendono il loro meglio, non curano la propria independenza e la dignità nazionale. Ma con ciò non distruggete il vostro principio medesimo della sovranità popolare, che pure è l'unica maschera onde possiate coprire le vostre vergogne? Voi imponendo Ministeri e circoli popolari, proclamando la democrazia pura, sanzionaste il suffragio universale; ma l'atto medesimo onde il faceste è la violazione più iniqua e più flagrante del suffragio stesso. E se il popolo sovrano si tenesse contento di un re bombardatore ~ome il secondo Ferdinando, o di un tiranno come il nono Pio , con qual diritto vorreste voi obbligarlo ad una libertà, della quale, quand'anche tutt'altra ragione mancasse di dubital'e, basterebbe a non fidarsene il vedere, che ha B'ente della vostra tempera pet· protettori ed avvocati? Talmente che al trar dei conti voi non siete che una trista parodia dei Molza, dei Canosa e dei del Carretto, i quali pro-

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