Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

102 LA 1\IA.GGIORANZA iniziata: il predominio della forza bruta è il colmo della barbarie. Se suppone te sconosciute le dif, ferenti capacità o non avvertite, come sarebbe in una Socie tà che, vergine di qualunque antecedente, si costituisse la prima volla se nza che pure si conoscesse!· tra ]oro g l 'individui in questa supposizione, dico, è voce deiJa natu1·a doversi fare quello che voglion tutti. E perclocchè non è possibile avere tutti matematicamente i voleri cospiranti nello stesso consielio, è dellame non rnen naturale doversi stare al volere di tutti moralmente, cioè dei più' della rnaegioranza. Non entro a cercare se ne11a cosa pubblica ogni diritto risee·ga nella ' 'olonlà a questo modo universale; ma erri i è induhilalo che anche una tale volontà universale non può riputarsi essere giusta e dirilla però solamente che è universale. Quand'anche in essa sola ri sedesse il dirillo, potrebbe avervi rinunziato o avet lo modificato pet• un patto o tacito o espresso. Nel qual caso anche la volontà universale sarebbe obblirrata a stare alla convenzione, ed a subire le conserruenze nnturali di un proprio suffrae·io o di un pr9prio fatto. Il perchè potendo la mageiorauza essere ingiusta, tl'aditrice e fedifrag-a, niente meno di quello che possa esserlo l ' individuo, può per conseguente come questo essere co lla forza costretta all'adempimento del proprio dovere. Che se questo fosse maloge vole od anche impossibile, in quanto nella magg·ioranza risiede se non il fatto, almeno la capacità della

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