Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

IL GENIO DI PlO IX. 99 scherarsi che han fatto gli llaliani nemici del Pontificato, chiarendosi pet· quel ehe sono nemici della Chiesa e di Cristo. Tre secoli di declamazioni e d'ipocri sie hanno avuto fine una volta. Abbiamo infradiciati gli orecchi dai protesti di codesto fiore di caltolicismo, che essi sarebbero i più ze. lanti difensori della Chiesa e dei Papi, se la Chiesa fosse più cond iscendente co i popoli, ed i Papi meno restii alle riforme c ivi li ed alle libertà cittadine. Or bene! è venuto un Papa quanto nessuno non avria giammai sognato condescendente coi popoli, facile alle riforme; e fu il Capo della Chiesa che cedeva al popolo non poca parte dci suoi poteri. Che si è concluso? Fu proprio allora che ei proclamò in mezzo alla Italia la bestemmia, che Lutero avea vomitato tre secoli prima, che cioè il potue temporal e dei Papi è una immoralità in religione. Pensate qual s·iuclizio abbiano a portare que sti sie·nori della callolica Chiesa, la quale avrebbe consacrata nei suoi Capi una immoralità per undici secoli! E questi erano che farneticavauo di amore per Pio nono, che ne imploravano e·enuflessi la benedizione! e sotto il peso di un anale ma suppli cavano pci lumi del santo Spirito nella Chiesa di Araceli! E con ciò la Provvidenza spezzava in mano della eterodossia italiana l'arma più poderosa che in questi ultimi tempi abbia brandita ; rircla'va all a

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