Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

98 IL GENIO DI PIO JX . ad un Governo con elemento popolare non pat·le· cipa la magg·ior parte del popolo, si ridurrà la concessione ad un monopolio di una minorilà ardita ed arrischiata, che luug·i di accordarsi col Principe pel bene dell' uuiversale, mirerà so lamente a soppianlare il Principe per opprimere l' uuiversale. Con popolo così disposto, il Governo rap· presentalivo, se si mantiene, non sarà che una perpetua lotta; se cade, non può che risolversi in tirannide. Ma che sia delle violenze, delle debolezze, degli abusi occorsi in queste estreme condescendenze, che per essere del secondo periodo dovrebbero meg·lio dirsi estorsioni , il certo è che esse se rviro no mirabilmente alla g·ius tificazion del Papato ed alla gloria della Chiesa. Si vide col fallo che il Principato del Vaticano può nella teoria eomporsi con quanto si può immae-inare di onestamente liberale', e con ciò g·li si e-uadve-narono le simpatie di quanti sono amici sinceri di libertà. Ma si vide allo stesso tempo che se nella pratica non potè e ffelluarsi innanzi, ciò fu pet· co lpa degl'uomini e pe t· indisposizione dei popoli. La rilenulczza, il riserbo dei passati Pontefici non può essere più calu un iato per· asso lutismo fanatico e per barbarie, quando si è toccato con mano che conoscevan troppo g·Ii uomini e Je cose, e diffe1·endo Je riforme non fecero che differir la ruma. M1 il Guadngno inapprezzalJile è stato lo sma- /

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