Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

96 IL GENIO DI PIO IX. torità competente , al Capo della Chiesa, ed egli tenersi al coperto. Al Papa che unisce in sè stesso r uno e l'altro carattere sarebbe forza pronunziarsi; e qual consiglio dovrebbe prendere? Condanna•· come Pontefice una leg·ge a cui come Principe apporrebbe la sanzione ? Ovveramente usando del proprio diritto negare quella sanzione? 1\fa allora converrebbe che i Papi si censissero a perpetuità un palazzo a Gaeta, pet· ritirarcisi un paio di volte l'anno, ed avesser sempre pronto un Ferdinando II a festeggiarli e ad onorarsi di ospiziarli. Ma quella violenza che ad un Pontefice solo, sconosciuto e tradito, estorquendo concessioni a dit· poco di estremo rischio alla pubblica tranquillità ed alla Chiesa, riusciva finalmente ad opprimerlo, esautorarlo e gridarlo a morte, quella violenza stessa, dico, è quella che g·li porg·e un sicuro titolo , e forse ancora gli suggerirà il pensiero di ritirarle , rimettendosi al punto, fino al quale avea operato con piena libertà e padronan· za di sè medesimo. Quand'anche Pio IX fosse niente altro che un Orleanese preso in piazza per commeltergli una parte del pubblico reg·g·imenlo: quand'anche non avesse altf'o titolo di Principato che un contratlo sinallagmatico tra lui e il popolo, non altro appoggio che una carta costituzionale , non grazioso suo dono, ma effetto della necessità o del caso, come non avrebbe eg·li un pienissimo titolo di ri-

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