Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

6 sia dato rivendicare il proprio diritto. Pure Garibaldi aveva ragione quan.do lamentava la continuazione dell' occupazione fr<mcese. Se, vinta l' insurrezione, questa fosse cessata , la maggiore difficol:à chè infino allora si era frapposta al governo italiano sa rebbe stata superata, e, come Scipione, i minis tri avrebbero potuto dire ai loro avversarii : Ascendiamo insieme al Campidoglio , e ringraziamo li Dei. In questa speranza vivevano non solo gli Italiani , ma anche gli stranieri sinceramente amid della nostra patria. L'Imperatore de'Francesi non la pensò così. Il Governo ita li~no osservava che: ' i fatti occorsi davano testimonian za della maturità politica di questi popoli solo da ieri liberi, del des iderio che prese l'Italia di vedere i suoi destini compiuti nelle vie regolar i, e dei legami indissolubili che uniscono la nazione alla monarchia costi tuzionale, espressione suprema della volontà del paese. Essi sono altresi una nuova prova , aggiungeva egli ~ della fedeltà e della disciplina dell' esercito , costante e sicuro guardiano dell'indipendenza nazionale ( i)» . Lessi non so dove che dopo la cattura di Garibaldi, l'fmperatore dicesse: «La cometa è scomparsa ~ « ma sull' orizzonte ne rimane ancora la coda » , con che sa rebbe venuto a dire che, se fu tron ca ta ne'suoi primi prìncipii la guerra civile, l'Italia non è ancora nelle condizioni di uno stato governato regolarmente. Non cerco quanto il racconto sia vero o fal so, ma esso esprimeva il motivo probabile per cui dopo Aspromonte prevalse nei consigli di Napoleone III il parlito più sfavorevole all'Italia. (l) Circolare W settembre.

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