Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

46 tendo una volta le questioo i di persone e di politica . Sentenza Yera, se si miri all'abuso ed alle discussioni inutili, ma ehe non si potrebbe applicare in tutta la sua estensione se non introducendo in Italia la massima che prevale negli Stati io cni la somma dell 'autorità sta nel potere esecutivo, ed in cui il Pflrlamcnlo non ha alcuna antorità nè diretta, nè indiretta o sui minif:.tri, o sull' andamento generale della politica. Con questa massima possono sussistere le forme costituziona li e parlamentari, ma scompare lo spirito liberale che le vivifica e le rende sa lutnri. Altrove esso potrà forse conferire forza al goveruo , in Jtalia condurrebbe di certo all' anarchia. Si rassicurino quelle provincie meridionali che son pure un terzo dell' lta li a. Non si ripetano quelle eterne discussioni a cui diedero occasione,ma la camera introduca quale artifizio parlamentare si vogli a, affinchè il governo illuminato dai pareri più autorevoli fissi d'accordo col parlamento i principii per cui le libertà consacrate dallo statuto si::tno incolumi, senza che venga meno la difesa contro coloro che attentano alla quiete dei cittadini e dello Stato. Si rassicurino gli animi e contro l'a udacia dei tristi, e contro i sospetti che potrebbero sorgere da uno stato d'assedio che, prolu ngandosi indefin itamente, equivarrebbe ad un colpo di sta Lo. Si di ce, è vero, che ogni provvedimento è ineffìcace all'ordinamento delle provincie meridionali finchè Roma non sia resa all'Italia. Ma nè anehe Roma non gioverebbe a governarle , anzi potrebbe accrescere le difficoltà, se non avessimo senno da ciò. Se noo che Roma è por sempre il punto pri n-

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