Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

53 berava di délrgli intanto l' ::tppoggio )) . En1 cotesta la risoluzione in cui consenliva. A ques ta parte si aggiungevano parecchi dei fauto ri poli tici del generale Garibaldi che credevano con la presente ammiuistraziooo, più facili e più prossimi ad attua rsi i loro proposi ti. Solo in quanto erano mini stri, gli on . Rattazzi e Depretis avevano l' appoggio di questa nuov<~ maggioranza. Se non lo fossero stati, l' accolta di deputati in cui si accostavano l'on. Mellana, e l'on. l\1. se Gustavo di Cavour non si sarebbe certo combinata per pregarli di prendere le redini dello stato. Un'altra parte dell'antica maggioranza aveva dimostrato, di non avere fiducia nella presente amministrazione ; non che ne impugnasse il programma, ma perchè temeva che il modo in cui r,ra stata composta , non desse sicurta della sua attuazione. Essa ricusò di associ:Jrsi ad un voto che il ministero accettava come espressione di fiducia. Non fece atto di opposizione, per non allarga re la scissura fra costituzionali, per non far sorgere pericolo di collisione fra i poteri dello stato, per dar tempo ::~gli eventi di chiarire la siturlzione di tutti. La più grave questione polHica che, agitala dappoi, diede luogo .a discutere dell 'appoggio che si dovesse dare al governo. ebbe luogo in occasione dei due tentativi garib:1ldini. Non ora il caso in cui occorresse esaminare se il governo fa. cesse bene, era il caso eli soccorrere alla min <:~e ­ ciata autori tà costituzionale del Re edel Parlamento. Un' allr[l volta venne io campo la questione di fiducia, cioè quando si trattò di prorogare l'esercizio del hilancio provvisorio. La parle che si mostrava più ri solutamente avversa al ministero, di3

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